Il 7 gennaio segna un momento significativo nella storia italiana, poiché celebriamo il 227º anniversario della creazione del primo Tricolore rosso, bianco e verde. Questa bandiera, con i suoi tre colori distintivi, non è solamente un simbolo visivo, ma incarna i valori, l’identità e la storia dell’Italia moderna.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato che il Tricolore rappresenta l’unità nazionale, ma va oltre: è l’emblema dei valori fondamentali della società italiana. Nel Tricolore, “si identificano quei sentimenti di coesione e identità nazionale e quegli ideali di libertà, democrazia, giustizia sociale e rispetto dei diritti dell’uomo che sono le fondamenta della nostra comunità e animano la coscienza civile nelle sue varie espressioni” ha deto il capo dello Stato ricordando che la Costituzione italiana, nel suo articolo 12, consacra il Tricolore come la bandiera della Repubblica, conferendogli un ruolo simbolico e istituzionale di rilievo.
Per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “con orgoglio omaggiamo i più alti valori della Bandiera italiana, conservando e custodendo la nostra storia e le nostre radici. Viva la Bandiera italiana, Viva l’Italia”. Anche il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, pone l’accento sull’importanza del Tricolore come vessillo dell’unità nazionale, rendendo omaggio a coloro che hanno sacrificato la propria vita difendendolo. Il Tricolore, con i suoi 227 anni di storia, “rappresenta i valori e le radici su cui si fonda la nostra Patria” ha detto Tajani.
La storia del Tricolore
Era il 7 gennaio 1797 quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, riunito a Reggio Emilia, deliberò l’adozione dello Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori: verde, bianco, e rosso. Questo atto, proposto dal deputato Giuseppe Compagnoni, ha sancito la nascita del primo Tricolore, oggi simbolo tangibile dell’identità nazionale italiana.
Inizialmente concepita come bandiera militare, il Tricolore fu proposto per distinguere il contingente italiano all’interno dell’esercito di Napoleone, operante nelle repubbliche Cispadana e Cisalpina. Il design, modellato sullo stendardo a tre bande verticali francese, subì una modifica significativa: il colore blu fu sostituito dal verde, riflettendo le uniformi della Guardia civica milanese e simboleggiando così il coraggio e l’impegno dei volontari italiani nella lotta per l’indipendenza.
Sulla scelta dei colori sorgono diverse teorie, ma tra gli storici persiste una mancanza di accordo. Una spiegazione ricorrente, anche se poco accreditata, suggerisce che il rosso simboleggi il sangue versato per l’unità d’Italia, il bianco rappresenti la purezza della fede e il verde incarna la speranza spesso delusa. Un’altra versione più accreditata collega i colori alla storia della regione: il bianco e il rosso derivano dall’antichissimo stemma comunale di Milano, mentre il verde è ereditato dal colore della Guardia civica milanese.
Con il passare degli anni, il Tricolore non fu più considerato solo un segno militare ma divenne un simbolo del popolo e delle libertà conquistate. Nel 1814, con la sconfitta di Napoleone, il Tricolore fu abolito, ma rimase vivo nella memoria degli italiani, innalzato più volte contro gli austriaci. Nel 1848, durante il regno di Sardegna, i Savoia adottarono il Tricolore aggiungendo il loro scudo al centro.
Con l’Unità d’Italia nel 1861, il Tricolore divenne il simbolo del Regno, e nel 1946, con la proclamazione della Repubblica, l’unico cambiamento apportato fu l’eliminazione dello scudo dei Savoia. Da allora, il Tricolore ha continuato a svolgere un ruolo centrale nell’identità nazionale italiana, rappresentando la storia, la resistenza e la determinazione del popolo italiano.