Taiwan, il nuovo presidente è Lai. Pechino irritata

Taiwan, il nuovo presidente è Lai. Pechino irritata
13 gennaio 2024

A Taiwan, il Partito Indipendentista Democratico Progressista (DPP) sta per scrivere un nuovo capitolo nella sua storia, con William Lai Ching-te in testa a una vittoria schiacciante, segnando così la via al suo terzo mandato alla presidenza. Con oltre il 42% dei voti, Lai ha dominato la competizione, costringendo il candidato del Kuomintang, Hou Yu-ih, ad ammettere la sconfitta. La trionfale vittoria di Lai è stata ancor più evidenziata dalla collaborazione con la vicepresidente Hsiao Bi-khim, entrambi noti per il loro fermo sostegno all’indipendenza di Taiwan, una posizione che continua a contrastare con le persistenti rivendicazioni della Cina popolare sul territorio come sua proprietà sovrana.

La notizia della vittoria si è diffusa rapidamente, con Lai che è giunto nel quartier generale del partito con oltre un’ora di anticipo sulla chiusura dello spoglio, trovando una folla festante di decine di migliaia di sostenitori pronti a celebrare la vittoria. Con il 65% dello spoglio completato, i dati non ufficiali dei media locali confermano la leadership di Lai al 40% dei voti validi, seguito da Hou Yu-ih (KMT) al 33,4% e Ko Wen-je (TPP) al 26,5%. Le prime indicazioni ufficiali dalla Commissione elettorale centrale confermano una situazione simile, con Lai al 41,9%, Hou al 33,15% e Ko al 24,95%.

 

Leggi anche:
La Russia alza la tensione: il missile Oreshnik e la minaccia all’Europa

 

Tuttavia, nonostante il trionfo nelle presidenziali, la gioia del DPP è temperata dalla perdita della maggioranza assoluta nell’Yuan legislativo, il parlamento taiwanese. Nel 2016, il DPP contava 68 seggi, scesi a 61 nel 2020. I dati preliminari indicano ora che il partito ha assicurato 34 seggi, rispetto ai 32 del Kuomintang. Con il conteggio finale, DPP e KMT potrebbero finire approssimativamente alla pari, con il Terzo Potere Progressista (TPP) che detiene una decina di seggi, fornendo un potere di veto su molte decisioni. Queste elezioni hanno coinvolto oltre 19 milioni di elettori in più di 18.000 seggi, e sembrano destinati a ridefinire i rapporti tra Taipei e Pechino. Le prime indicazioni suggeriscono un’affluenza record, superiore al 70%, indicando un forte interesse e partecipazione del pubblico in un momento cruciale per la politica taiwanese. La vittoria di Lai non solo plasmerà il futuro di Taiwan ma avrà anche impatti considerevoli sulle dinamiche regionali e internazionali.

 

 

La reazione della Cina

 

Le elezioni che si sono tenute a Taiwan “non modificheranno la tendenza allo sviluppo delle relazioni tra le due sponde dello Stretto, non altereranno l’aspirazione condivisa dei compatrioti dello Stretto di Taiwan a stringere legami più stretti e non impediranno l’inevitabile tendenza alla riunificazione della Cina”. Lo ha detto oggi il portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan del Consiglio di Stato cinese, Chen Binhua, dopo la vittoria alle presidenziali dell’isola di Lai Ching-te, candidato del Partito democratico progressista (Dpp). “La nostra posizione per risolvere la questione di Taiwan e realizzare la riunificazione nazionale rimane coerente e la nostra determinazione è solida come la roccia”, ha rimarcato Chen, citato dall’agenzia di stampa cinese Xinhua.

Leggi anche:
La Russia alza la tensione: il missile Oreshnik e la minaccia all’Europa

“La questione di Taiwan è un affare interno della Cina. Qualunque cambiamento avvenga a Taiwan, il fatto fondamentale che esiste una sola Cina nel mondo e che Taiwan è parte della Cina non cambia”: lo ha dichiarato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying, commentando le elezioni tenute nell’isola. “Il principio di una sola Cina è il solido ancoraggio per la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan – ha aggiunto Hua nella nota pubblicata dall’emittente Cgtn – noi crediamo che la comunità internazionale continuerà a rispettare il principio di una sola Cina e a comprendere e a sostenere la giusta causa del popolo cinese di opporsi alle attività separatiste per ‘l’indipendenza di Taiwan’ e di lottare per raggiungere la riunificazione nazionale”.

 

 

L’Unione europea

 

L’Unione europea si congratula con Taiwan per la partecipazione della popolazione alle elezioni e, in una nota, ricorda che i “nostri sistemi di governo sono basati sul rispetto dei principi democratici, dello stato di diritto e dei diritti umani”. Nella nota l’Ue sottolinea inoltre che “la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan sono elementi chiave per la sicurezza e lo sviluppo nella regine e a livello globale. L’Ue – si legge ancora nella nota – resta preoccupata per le crescenti tensioni nell’area e si oppone a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiamento dello status quo”.

Leggi anche:
La Russia alza la tensione: il missile Oreshnik e la minaccia all’Europa

 

Gli Stati Uniti

 

Gli Stati Uniti non sostengono l’indipendenza di Taiwan. Lo ha detto il presidente americano, Joe Biden, dopo la vittoria alla presidenziali di Lai Ching-te, candidato del Partito democratico progressista (Dpp) che governa l’isola. “Non sosteniamo l`indipendenza”, ha detto Biden ai giornalisti mentre lasciava la Casa Bianca alla volta di Camp David, secondo quanto riportato da Bloomberg. Lo stesso Antony Blinken ha chiamato il presidente eletto di Taiwan William Lai per congratularsi della vittoria. “Taiwan è una democrazia forte”, ha detto il segretario di Stato americano.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti