In un messaggio video rilasciato il 21 gennaio, il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha esposto con fermezza la sua posizione in merito al conflitto con Hamas, sottolineando che soltanto una vittoria totale garantirà l’eliminazione del gruppo e il ritorno degli ostaggi. La dichiarazione di Netanyahu ha lasciato poco spazio a interpretazioni ambigue, presentando una posizione decisa e intransigente. Il premier israeliano ha affermato che la sua ostinazione personale è stata un elemento chiave nel prevenire la creazione di uno Stato palestinese per anni, un’entità che, secondo le sue parole, costituirebbe una minaccia esistenziale per Israele. Questa intransigenza, ha sottolineato Netanyahu, ha contribuito a proteggere gli interessi vitali del suo paese.
Pare, dunque, che vi siano ben poche possibilità per l’attuazione della soluzione dei due Stati proposta dal presidente americano Joe Biden durante la telefonata di venerdì 19 con il primo ministro israeliano. “Apprezzo molto il sostegno degli Stati Uniti a Israele, e l’ho espresso anche al presidente Joe Biden. Tuttavia, rimango fermo sui nostri interessi vitali: dobbiamo ottenere la vittoria totale”. Proprio riguardo alla creazione di una nazione palestinese, Bibi ha rivendicato di averla impedita grazie alla sua tenacia e che la esistenza di un’entità del genere avrebbe rappresentato “una minaccia esistenziale per Israele”. “Finché sarò primo ministro, continuerò a sostenere fermamente questo obiettivo. Se qualcuno ha una posizione diversa, che mostri leadership e lo dichiari onestamente ai cittadini di Israele”, ha aggiunto.
Netanyahu ha comunicato di aver discusso con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, la determinazione di Israele a perseguire tutti gli obiettivi della guerra e a garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per la sicurezza di Israele. Ha precisato che, una volta eliminato Hamas, la Striscia di Gaza dovrà essere smilitarizzata e rimanere sotto il pieno controllo di sicurezza israeliano. Intanto, le richieste avanzate da Hamas per il rilascio degli ostaggi sono state respinte categoricamente da Netanyahu, che le ha definite inaccettabili. Ha insistito sul fatto che la pressione militare su Hamas è una condizione necessaria per raggiungere gli obiettivi della guerra e che l’accettazione delle richieste di Hamas sarebbe stata un colpo fatale alla sicurezza israeliana. Il futuro del conflitto resta incerto, con Netanyahu che sembra determinato a perseguire una vittoria totale contro Hamas, rifiutando ogni forma di compromesso e mantenendo il controllo completo sulla sicurezza nella regione. La dichiarazione del primo ministro lascia trasparire una posizione ferma e decisa, aprendo nuovi interrogativi sulle prospettive di risoluzione del conflitto in Medio Oriente.