Corte d’Appello di Santiago ordina nuove indagini sulla morte di Neruda

Corte d’Appello di Santiago ordina nuove indagini sulla morte di Neruda
Pablo Neruda
20 febbraio 2024

La Corte d’Appello di Santiago ha ordinato la riapertura dell’indagine sulla morte del premio Nobel e poeta Pablo Neruda, che alcuni ritengono sia stato avvelenato dalla dittatura di Augusto Pinochet. Neruda si stava preparando a fuggire in esilio in Messico per guidare la resistenza contro il regime di Pinochet quando morì in ospedale appena 12 giorni dopo il colpo di Stato del 1973. Ufficialmente il poeta è morto a 69 anni per un cancro alla prostata.

Sul caso della morte di Neruda ci sono state diverse indagini, a partire dal 2011, che hanno portato all’esumazione e poi re-inumazione dei resti del corpo del poeta. Il suo autista personale ha affermato che a Neruda era stata fatta una iniezione misteriosa prima di morire. Nessuna analisi tecnica negli anni è riuscita a dire con chiarezza se il premio Nobel è stato avvelenato. Secondo la Corte ora “le indagini non sono esaurite in quanto esistono procedure precise che possono essere svolte per chiarire i fatti”.

 

Per i familiari fu avvelenato

 

Secondo quanto affermano i familiari di Neruda, il poeta fu vittima di un avvelenamento perpetrato dalla polizia segreta di Pinochet, conosciuta come la Dina. Nel corso di dicembre, un consesso di esperti internazionali di medicina legale ha corroborato l’ipotesi avanzata dalla famiglia, confermando la presenza di una tossina. Quest’ultima era stata individuata per la prima volta in un molare alcuni anni prima e si presume abbia causato la sua morte nel 1973.

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“Ora sappiamo che il clostridium botulinum non avrebbe dovuto essere presente nelle ossa di Neruda. Cosa significa? Che è stato assassinato nel 1973 da agenti dello Stato cileno”, ha affermato Rodolfo Reyes, nipote del poeta cileno, da tempo impegnato nel contestare la versione ufficiale fornita dal Cile. Le indagini per appurare la reale causa della sua morte sono iniziate circa dieci anni fa, quando un giudice cileno ha ordinato la riesumazione dei resti del poeta. La ripresa dell’inchiesta giudiziaria è stata innescata dalle rivelazioni dell’autista di Neruda, Manuel Araya, il quale ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dal poeta poche ore prima della sua morte, in cui questi dichiarava di essere stato avvelenato durante il suo ricovero in ospedale.

 

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