L’ispezione ministeriale sul generale Roberto Vannacci si è chiusa con una serie di contestazioni significative, comprese l’illecita percezione di indennità di servizio per i familiari, spese non autorizzate legate ai benefit dell’auto di servizio e rimborsi per eventi e cene mai effettivamente organizzati. Queste accuse, che sottolineano potenziali violazioni di fiducia e appropriazione indebita di fondi pubblici, hanno portato l’indagine avviata dalla Procura Militare per peculato e truffa a essere ora trasmessa alla magistratura per ulteriori valutazioni.
L’ispezione, condotta su ordine dello Stato Maggiore della Difesa e protrattasi per dieci giorni, si è concentrata sul periodo in cui il generale Vannacci ha ricoperto l’incarico di addetto militare a Mosca. Questa designazione, avvenuta il 7 febbraio 2021, ha visto termine il 18 maggio 2022, coincidendo con l’espulsione da parte del governo russo di 24 diplomatici ed esperti militari italiani, in risposta a un’analoga mossa del governo italiano. Secondo fonti riportate dal Corriere della Sera, tra le contestazioni mosse a Vannacci vi è anche il rimborso richiesto per una cena tenutasi presso la sua residenza di servizio il 23 maggio 2022, dopo l’espulsione dei diplomatici e dei militari italiani da Mosca. Gli ispettori hanno sollevato interrogativi riguardo a questo evento conviviale in relazione al trasloco dei mobili dalla residenza di servizio in quella data. Inoltre, sono emerse spese non giustificate per un importo di 9.000 euro legate all’utilizzo non autorizzato di un’auto BMW di servizio.
Attualmente, tre inchieste sono in corso sul generale, coinvolgendo sia la procura ordinaria che quella militare, oltre alla magistratura contabile. Quest’ultima avrebbe aperto un fascicolo per danno erariale in relazione alle presunte spese sostenute durante il suo incarico a Mosca. “Le notizie diffuse dalla stampa riguardo al generale Vannacci risultano fare riferimento ad attività d’ufficio già accuratamente ricostruibili dall’interessato oltreché del tutto regolari – afferma l’avvocato Giorgio Carta, difensore del generale Roberto Vannacci sotto inchiesta della procura militare per i reati di peculato e truffa -. Ovviamente, nel rispetto del codice dell’ordinamento militare, tutti i chiarimenti del caso saranno forniti nelle sole sedi istituzionali”.
“Contrariamente a quanto riportato dai media, il generale Vannacci è assolutamente sereno, continua la sua attività divulgativa e presenterà le proprie considerazioni nelle sedi opportune”, aggiunge il penalista. Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha suggerito che l’indagine potrebbe essere motivata da antipatie nei confronti del generale, speculando sulle sue posizioni riguardo all’uranio impoverito. “Vuole candidarsi con la Lega? Tre, due, uno: indagato” ha detto il vicepremeir e leader della Lega, Matteo Salvini. “Magari si è fatto qualche antipatia ai vertici quando ha combattuto la battaglia sull’uranio impoverito per difendere i suoi ragazzi – ha aggiunto -. Se uno ha rischiato la vita per i suoi ragazzi in giro per il mondo, di tutto può aver paura fuorché di una inchiesta. Se lo stimavo prima lo stimo ancora oggi”.