Armi all’Ucraina, ecco come l’Ue userà profitti da asset russi congelati

Armi all’Ucraina, ecco come l’Ue userà profitti da asset russi congelati
20 marzo 2024

La proposta Ue di utilizzare direttamente per il sostegno militare all’Ucraina, oltre che per la ricostruzione del Paese, i profitti derivanti dagli interessi generati dagli attivi russi congelati in Europa sarà probabilmente uno dei punti centrali della discussione tra capi di Stato e di governo dei Ventisette, al Consiglio europeo di domani a Bruxelles. La proposta è stata avanzata oggi con due diversi atti presentati dalla Commissione europea e dall’Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Josep Borrell.

Secondo quanto spiega la Commissione in una nota, gli attivi e riserve della Banca centrale russa immobilizzati nel mondo subito dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina sono pari a 260 miliardi di euro, di cui i due terzi (210 miliardi) nell’Ue. Dopo aver abbandonato l’idea di utilizzarli integralmente e direttamente per la ricostruzione dell’Ucraina, a causa delle divisioni tra i Ventisette e dei problemi giuridici e di stabilità finanziaria che questa decisione avrebbe causato (una preoccupazione espressa tra gli altri dalla Bce), si è consolidato tra gli Stati membri un consenso generale, sebbene non ancora unanime, sull’idea di usare solo i “windfall profits”, i profitti generati dai fondi congelati. L’utilizzo di questi profitti si farebbe a partire da quando, con una decisione Ue, sono stati effettivamente immobilizzati, dal 15 febbraio scorso (e quindi non retroattivamente, a partire dall’inizio della guerra in Ucraina, due anni prima).

Le proposte di oggi (che dovranno essere confermate dagli Stati membri) comprendono una proposta di decisione del Consiglio Ue presentata dall’Alto Rappresentante, e una proposta congiunta (Alto rappresentate e Commissione) di regolamento del Consiglio. L’aliquota del contributo finanziario che l’Ue impiegherà a favore dell’Ucraina sarà pari al 97% degli utili netti risultanti dall’immobilizzazione dei beni della Banca Centrale Russa. Le società europee di ‘clearing’ dei servizi finanziari (“Central Securities Depositories” – Csd) potranno trattenere la percentuale restante (il 3%) degli utili generati dagli asset congelati, al netto delle imposte, per garantire l’efficienza della propria gestione. Alle Csd sarà inoltre consentito di trattenere provvisoriamente il 10% del contributo a titolo di salvaguardia, per costituire dei “buffer” (cuscinetti), da usare nel caso in cui dovessero essere obbligate a spese o pagamenti a seguito dei ricorsi legali di cui sono state oggetto dopo il congelamento degli asset russi a causa della guerra in Ucraina. Questo importo sarà tenuto sotto controllo e incrementato in caso di necessità. I fondi trattenuti ma non utilizzati per coprire le spese delle Csd verranno trasferiti poi all’Ucraina al più tardi quando cesserà la guerra.

Queste nuove risorse saranno disponibili per sostenere l’Ucraina a partire dalla metà del 2024, con pagamenti semestrali, se le proposte saranno adottate rapidamente dal Consiglio Ue. Le proposte di oggi consentono di dare priorità alle esigenze dell’Ucraina che probabilmente cambieranno nel tempo. Per il 2024, è previsto che il 90% del prelievo dai profitti degli asset russi congelati sia destinato alla fornitura di attrezzature militari all’Ucraina attraverso lo “European Peace Facility” (lo strumento finanziato dagli Stati membri, e non dal bilancio Ue, che è stato ampiamente utilizzato finora per l’assistenza militare a Kiev), e il restante 10% vada al bilancio comunitario, e precisamente allo “Strumento per l’Ucraina”, dotato di 50 miliardi di euro, e dedicato al sostegno macroeconomico al bilancio pubblico ucraino e alla ricostruzione di emergenza. Dal 2025, una parte dei fondi destinati al bilancio Ue andrà anche allo “European Defense Industry Programme” (Edip), che comincerà a funzionare appunto l’anno prossimo, “per finanziare investimenti volti a rafforzare la capacità dell’industria della difesa in Ucraina”, come ha spiegato Borrell.

La decisione proposta oggi da Borrell per la Politica estera e di sicurezza comune stabilisce la suddivisione dei fondi tra l’Epf e il bilancio dell’Ue. Il regolamento che dovrà adottare il Consiglio Ue definisce invece dettagliatamente la ripartizione dei fondi tra i diversi strumenti del bilancio dell’Ue a cui saranno destinati. Questa distribuzione dei finanziamenti sarà rivista annualmente, con la prima revisione entro il primo gennaio 2025. Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione, ha ricordato in una sua dichiarazione diffusa alla stampa che “dopo due anni, la brutale guerra della Russia contro l’Ucraina continua a distruggere innumerevoli vite e mezzi di sussistenza.
Oggi – ha spiegato – manteniamo la pressione sulla Russia e la consideriamo responsabile del suo atto di aggressione illegale e degli ingenti danni e sofferenze che ha causato. La nostra proposta reindirizzerà a beneficio dell’Ucraina e del suo popolo ingenti entrate straordinarie derivanti dai beni statali russi congelati, per un importo fino a 3 miliardi di euro all’anno”.

“Questi fondi – ha sottolineato Dombrovskis – andranno direttamente a sostenere le esigenze di difesa dell’Ucraina, nonché la sua ripresa e ricostruzione” dopo la guerra. “Faremo in modo che questi soldi possano essere spesi per soddisfare le esigenze più urgenti dell’Ucraina, seguendo la loro evoluzione”. “Abbiamo coordinato questa mossa sia con gli Stati membri dell’Ue che con i nostri partner internazionali, in particolare nel G7.
Oggi, il mondo democratico sta inviando un segnale forte alla Russia: la sua forza bruta non prevarrà, perché faremo tutto ciò che è in nostro potere per garantire la vittoria dell’Ucraina in questa guerra”, ha concluso il vicepresidente esecutivo della Commissione.

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