La tensione tra Israele e Iran ha raggiunto livelli critici, portando alla chiusura di numerose missioni diplomatiche israeliane in tutto il mondo, compresa la sede dell’ambasciata a Roma. Le preoccupazioni sono scaturite dalle notizie riguardanti possibili attacchi in seguito al raid al consolato iraniano a Damasco, che ha causato la morte di alti funzionari di Teheran.
Secondo quanto riportato da Haaretz, sono circa 30 le missioni diplomatiche israeliane chiuse globalmente a causa delle minacce provenienti dall’Iran. Le misure di sicurezza sono state notevolmente aumentate in tutte le istituzioni israeliane nel mondo a partire dal 7 ottobre dell’anno precedente. Il leader degli Hezbollah libanesi, Hasan Nasrallah, ha affermato in un discorso televisivo che l’Iran risponderà all’attacco israeliano contro il consolato iraniano a Damasco. Nasrallah ha sottolineato che solo il leader iraniano Khamenei può determinare il momento, il luogo e la natura della risposta dell’Iran a Israele, definendo l’attacco al consolato come una svolta nella situazione geopolitica della regione.
Gli analisti prevedono una risposta da parte di Teheran all’azione israeliana dei giorni precedenti, mentre le forze di difesa israeliane si preparano a fronteggiare diversi scenari possibili. Il capo dell’intelligence militare Aharon Aliva ha ammesso la complessità della situazione e la necessità di essere pronti per qualsiasi eventualità. Il portavoce dell’IDF, Daniel Hagari, ha dichiarato che le forze sono pronte a difendersi e a rispondere efficacemente, con una presenza sia difensiva che offensiva ben strutturata e una sorveglianza costante del cielo. Tra i possibili scenari di rappresaglia, Haaretz menziona attacchi diretti dall’Iran con droni o missili verso le infrastrutture israeliane, attacchi di missili dal Libano o dalla Siria tramite Hezbollah e altre milizie sciite, o ancora attacchi alle ambasciate israeliane in varie parti del mondo.
Inoltre, l’Iran ha richiesto misure preventive e azioni punitive contro Israele per ciò che definisce “genocidio e uccisioni di massa” nel contesto del conflitto a Gaza. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha chiesto che tali atrocità siano portate all’attenzione delle organizzazioni internazionali, esortando a misure punitive contro Tel Aviv. Ha inoltre criticato gli Stati Uniti per il loro ruolo nel perpetuare il conflitto e per non contribuire alla sua risoluzione. La situazione rimane estremamente delicata, con entrambe le parti che monitorano attentamente gli sviluppi e si preparano a rispondere a eventuali azioni avversarie. La comunità internazionale resta in allerta, sperando che il dialogo e la diplomazia possano prevenire un ulteriore escalation della crisi.