L’Iran minaccia di colpire i siti nucleari israeliani in caso di “aggressione” da parte dello Stato ebraico. Secondo quanto riportato dai Pasdaran e ripreso dalla Tass, Teheran è pronta a riconsiderare la sua politica nucleare se Israele dovesse minacciare i suoi impianti. Questa escalation di tensione arriva dopo l’attacco del 1° aprile al consolato iraniano a Damasco, in cui sono morti diversi comandanti delle Guardie della Rivoluzione islamica. Secondo uno dei comandanti dei Pasdaran, generale Amir Ali Hajizadeh, l’Iran ha utilizzato solo armi datate per il suo attacco a Israele.
“Abbiamo attaccato Israele usando solo ami datate e mezzi minimi: non abbiamo usato missili come i Khorramshahr, i Sejjil, gli Shahid Haj Qasem, i Khaybarshekan o gli Hypersonic-2, abbiamo costretto Israele e gli occidentali a utilizzare il massimo delle armi con un minimo sforzo da parte nostra” ha concluso Hajizadeh, le cui dichiarazioni sono state riportate dall’agenzia di stampa iraniana Tasnim. Secondo il New York Times, Israele ha sottovalutato la gravità della risposta iraniana, aspettandosi al massimo una sessantina di missili, mentre Teheran ne ha lanciati oltre 300.
Fonti statunitensi citate dal Nyt affermano di essere state informate dell’attacco a Damasco solo pochi minuti prima che avvenisse, mentre due fonti israeliane hanno dichiarato al giornale che i piani erano in atto da due mesi. Intanto, il Qatar sta “rivalutando” il suo ruolo di mediatore tra Israele e Hamas. Lo ha annunciato il primo ministro del Paese del Golfo, lo sceicco Mohammed bin Abdelrahman Al-Thani, specificando che Doha sta effettuando una “rivalutazione globale” del suo impegno.
La situazione rimane molto tesa e volatile. Secondo una fonte statunitense all’emittente Abc, è improbabile che Israele attacchi l’Iran prima della fine della Pasqua ebraica, il prossimo 30 aprile. Tuttavia, la stessa fonte sottolinea che “tutto può sempre cambiare” e che i vertici iraniani sono ancora in stato di allerta elevato. Cosa succederà nei prossimi giorni? La situazione è in evoluzione e le tensioni tra Iran e Israele rimangono alte. L’impegno del Qatar come mediatore sembra in bilico. Non resta che seguire gli sviluppi con attenzione per capire come si evolverà questa delicata situazione.
Intanto, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden per il suo “ferreo impegno per la sicurezza di Israele”, dopo che Washington ha annunciato una serie di nuove sanzioni contro leader ed entità legate al Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane (Irgc), al ministero della Difesa di Teheran e al suo programma missilistico e di droni. Le sanzioni arrivano dopo che l’Iran ha lanciato più di 300 missili, droni e razzi contro Israele durante il fine settimana, in rappresaglia per il presunto attacco israeliano dell’1 aprile su un sito a Damasco che, secondo l’Iran, era un edificio consolare, in cui sono rimasti uccisi diversi alti ufficiali dell’Irgc.
“Il presidente Biden ha invitato tutti i partner del G7 a seguire la stessa strada”, ha scritto il ministro degli Esteri su X. “Questa è la nostra opportunità per formare un fronte globale e una coalizione regionale contro l’Iran, insieme agli Stati Uniti, all’Ue e agli Stati arabi moderati, per fermare la testa del serpente che minaccia la stabilità globale. Dobbiamo fermare l’Iran adesso, prima che sia troppo tardi”, ha aggiunto Katz. Anche il Regno Unito ha annunciato oggi di aver imposto sanzioni alle entità militari iraniane, compreso lo Stato maggiore delle forze armate e la marina dell’Irgc.