Dopo cinque ore sotto i ferri in un lungo intervento chirurgico che ha visto impegnati due team medici, Robert Fico resta in terapia intensiva. Le condizioni del primo ministro populista slovacco sono “gravi”, ma si sono “stabilizzate”: le prossime 24 ore si annunciano decisive.
Il corpo del capo di governo è stato colpito più volte ieri, in un attentato – la minaccia più grave alla vita di un leader europeo da decenni – capace di provocare onde d’urto non soltanto nel piccolo paese dell’Europa centrale, ma sull’intero continente: l`incidente ha infatti costretto l`Europa a confrontarsi con quello che appare essere pura violenza politica – in piena campagna elettorale per le europee di giugno – in una regione sempre più polarizzata, contraddistinta da intense divisioni e in un Paese travagliato da scandali e da un lentissimo passaggio di poteri, quelli presidenziali, dall’uscente Zuzana Caputova a Peter Pellegrini.
Obiettivo dell’attentato, Fico è da tempo una figura controversa ma dominante in Slovacchia. Ha servito come primo ministro più a lungo di qualsiasi altro leader del Paese ed è tornato al potere dopo che il suo partito populista di sinistra Smer ha vinto le elezioni lo scorso settembre con un programma indiscutibilmente filo-russo e anti-americano. Il suo governo ha attirato critiche all’interno dell’Unione Europea, di cui Fico è un convinto critico, per la sua posizione sulla guerra in Ucraina. E in patria i partiti di opposizione hanno guidato proteste di massa su questioni quali la corruzione e i piani per prendere il controllo dei media pubblici.
Non è escluso che l’attentato sarà usato, dal partito al potere per un’ulteriore stretta sui media e l’opposizione. Oltre a tirare acqua al mulino della propaganda russa: non a caso con la solita vis polemica, l’ex leader del Cremlino Dmitri Medvedev oggi è entrato a piedi pari nella questione, in un discorso social privo di toni concilianti: l’attentato secondo lui è la “quintessenza della nuova Europa russofobica”, pronta a “gettare i suoi cittadini nel fuoco della politica americana”, “idiota-russofobica, vassallo sfrenato e completamente senza testa”.
La reazione dell’Europa
Fico è da tempo una figura controversa ma dominante in Slovacchia. In realtà la su svolta antioccidentale è iniziata nel 2018, dopo la sua rimozione dall’incarico da primo ministro. Va anche detto che quell’uscita di scena era stata preceduta da eventi decisamente infausti come l’assassinio del giornalista investigativo slovacco Jan Kuciak e la sua fidanzata Martina Kusnirova, dopo che Kuciak aveva rivelato quanto profondamente la polizia, il sistema giudiziario e i politici slovacchi fossero collusi con i criminali, inclusa la ‘Ndrangheta. La morte del reporter portò in piazza decine di migliaia di cittadini slovacchi. Ma oggi il quadro non sembra più roseo. Sondaggi realizzati dal Bratislava Policy Institute nell’ambito del progetto RevivEU, finanziato dall`UE, indicano sfiducia nelle istituzioni e mancanza di coesione.
Il capo di governo ha servito come primo ministro più a lungo di qualsiasi altro leader del paese ed è tornato al potere dopo che il suo partito populista di sinistra Smer ha vinto le elezioni lo scorso settembre su una piattaforma filo-russa e anti-americana. Vero è anche che il governo di Fico ha attirato critiche all’interno dell’Unione Europea, di cui è un convinto critico, per la sua posizione sulla guerra in Ucraina. E in patria i partiti di opposizione hanno guidato proteste di massa su questioni quali la corruzione e i piani per prendere il controllo dei media pubblici.
Ma proprio in quell’Europa che Fico critica, immediatamente si sono levate voci di solidarietà da parte dei principali leader. “Condanno fermamente il vile attacco al primo ministro Robert Fico”, ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen su X. “La violenza non deve esistere nella politica europea”, ha detto in un tweet il cancelliere tedesco Olaf Scholz, definendo l’attentato alla vita di Fico un “attacco codardo”. Parole di condanna per l`attacco giunte subito anche da parte italiana: dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’attentato e i soccorsi
Il primo ministro ieri si era avvicinato a una piccola folla di persone che aspettavano di incontrarlo, quando un uomo armato tra la folla si è lanciato in avanti e gli ha sparato cinque volte da oltre una barriera di sicurezza. Il filmato della scena mostrava il primo ministro ferito che veniva caricato in un veicolo dal suo staff, prima che si allontanasse a tutta velocità con lui all’interno. Fico è stato portato d’urgenza in ospedale in elicottero mentre “combatteva tra la vita e la morte”. Le condizioni sembravano essere migliorate dopo ore di intervento chirurgico, “si sono stabilizzate ma sono davvero molto gravi: sarà ricoverato nel reparto di terapia intensiva”, ha detto Miriam Lapunikova, direttrice dell’ospedale universitario Roosevelt di Banska Bystrica.
Si parla di una ferita all’addome, nell’epigastrio (quadrante mediano-superiore dell`addome) e all’altezza della dell’ipocondrio destro (dove si trova il fegato). Ma nessun danno allo scheletro. Inoltre, una ferita all’avambraccio e una all’alluce: queste due lesioni dovrebbero essere più o meno superficiali. Un esame ecografico ha evidenziato presenza di liquido libero nell’addome, riportano i media slovacchi. Ci sono fonti discordandi sul fatto che l’emorragia sia stata realmente fermata dopo un’operazione di diverse ore. Fico è attualmente in terapia intensiva e ha davanti a sé 24 ore decisive.
L’attentatore
La polizia ha incriminato Juraj Cintula per aver tentato di uccidere con premeditazione il primo ministro slovacco Robert Fico. Il sospettato ha 71 anni e lavorava come guardia di sicurezza in un centro commerciale. Ha pubblicato anche tre libri di poesie. Il ministro degli Interni slovacco Matus Sutaj Estok ha dichiarato che si tratta di un “lupo solitario” e ha chiesto un esame di coscienza tra i leader di una politica profondamente divisa. L’uomo è accusato di omicidio con premeditazione e rischia dai 25 anni di carcere all’ergastolo.
Segnali distensivi
Da fronti opposti Zuzana Caputova e Peter Pellegrini, la prima presidente uscente e l’altro presidente eletto, oggi si sono presentati pubblicamente “insieme perché vogliamo mandare un segnale di distensione, in questa situazione di tensione”. Caputova e Pellegrini hanno parlato insieme, invitando i leader di tutti i partiti al Palazzo Presidenziale. Pellegrini, alleato di lunga data di Fico, ha chiesto ai partiti a “sospendere temporaneamente” la campagna in vista del voto previsto per l’8 giugno. askanews