Chico Forti, il 65enne italiano condannato all’ergastolo negli Stati Uniti per omicidio, è finalmente tornato in Italia dopo 24 anni di carcere. Ad attenderlo all’aeroporto di Pratica di Mare c’era la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Forti è stato trasferito al carcere di Rebibbia, dove si tratterrà per alcuni giorni, prima di essere trasferito a Verona.
Il suo rientro in Italia è stato reso possibile grazie alla Convenzione di Strasburgo e all’impegno del governo italiano, in particolare del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Forti ha sempre professato la sua innocenza e ha combattuto per anni per tornare in Italia e scontare la pena nel suo paese d’origine. Il suo caso ha avuto una grande eco mediatica e ha mobilitato l’opinione pubblica italiana. Il rientro di Chico Forti rappresenta una vittoria per la giustizia e un segno di speranza per tutti coloro che combattono per la propria innocenza.
Ecco le tappe principali del suo caso:
- 2000: Chico Forti viene condannato all’ergastolo negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Beach.
- 2019: Forti presenta una richiesta di trasferimento in Italia ai sensi della Convenzione di Strasburgo.
- Marzo 2024: Il ministro della Giustizia Carlo Nordio firma il decreto per il riconoscimento della sentenza americana in Italia.
- 17 aprile 2024: La Corte d’appello di Trento riconosce la sentenza americana.
- 18 maggio 2024: Chico Forti torna in Italia.
Cosa succederà ora?
Forti dovrà scontare la pena residua in Italia. Tuttavia, grazie al sistema penitenziario italiano, potrebbe avere la possibilità di richiedere la libertà condizionale dopo aver scontato una parte della pena. Il caso di Chico Forti è un monito per tutti noi a non perdere mai la speranza e a lottare per ciò in cui crediamo.
La storia
Chico Forti, ex velista e produttore televisivo italiano, è stato coinvolto in una controversa vicenda giudiziaria che lo ha portato a essere condannato per omicidio negli Stati Uniti nel 2000. Forti, che oggi ha 65 anni, ha sempre sostenuto di essere vittima di un errore di persona, e in Italia la sua storia ha suscitato un ampio movimento di sostegno e solidarietà, con numerose trasmissioni televisive che hanno trattato il suo caso e manifestazioni pubbliche a suo favore. Il 15 febbraio 1998, Dale Pike, figlio di Anthony Pike, con cui Forti stava negoziando l’acquisto del Pikes Hotel a Ibiza, viene trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach a Miami.
Le indagini si concentrano su Forti dopo che il manager dell’hotel, Antonio Fernandez, informa la polizia che Dale si era recato a Miami per annullare la vendita dell’albergo, sospettando che Forti stesse truffando suo padre, affetto da demenza. Quando la polizia rintraccia Forti, egli fa una dichiarazione sospetta anticipando la morte di Dale, cosa che ancora non era stata resa nota. Forti nega inizialmente di aver incontrato Dale, ma i registri aeroportuali lo contraddicono. Modifica poi la sua versione, affermando che Dale fosse andato a una festa, ma i tabulati del cellulare di Forti lo collocano vicino al luogo del delitto.
Alla fine, Forti sostiene di essere stato costretto da un amico tedesco, Thomas Knott, a prelevare Dale e consegnarlo a un altro uomo in un parcheggio. Ulteriori indagini rivelano che Forti era coinvolto in frodi immobiliari e possedeva una pistola calibro 22, simile all’arma del delitto, acquistata con carta di credito. Forti viene quindi accusato di complicità nell’omicidio e condannato all’ergastolo senza possibilità di condizionale.