Il Papa si scusa sull’epiteto-shock (C’è troppa frociaggine”) riguardante i seminaristi gay, trapelato a distanza di una settimana dall’incontro a porte chiuse con i vescovi italiani in cui sarebbe stato pronunciato. A parlare è il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, secondo cui, “Papa Francesco è al corrente degli articoli usciti di recente circa una conversazione, a porte chiuse, con i vescovi della Cei. Come ha avuto modo di affermare in più occasioni, ‘Nella Chiesa c’è spazio per tutti, per tutti! Nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti'”.
In altri termini, il Papa “non ha mai inteso offendere o esprimersi in termini omofobi, e rivolge le sue scuse a coloro che si sono sentiti offesi per l’uso di un termine, riferito da altri”. Tuttavia, nonostante il tentativo di correre ai ripari, resta il durissimo attacco del Pontefice all’ingresso di omosessuali nei seminari, e le polemiche non accennano a placarsi.
Questo sembra essere stato motivato dalla preoccupazione che l’ammissione dei gay nei seminari, anche se accettano la scelta celibataria, possa portare a una doppia vita, con conseguenze dannose per la comunità e per gli stessi interessati. Intanto, il documento di un gruppo di lavoro sinodale formato da circa 50 sacerdoti con un orientamento omosessuale, intitolato “Con tutto il cuore”, è tornato d’estrema attualità durante la preparazione dell’assemblea sulla sinodalità.
Questo documento inviato alla Cei e alla Segreteria del Sinodo sostiene che una visione più limpida sull’orientamento sessuale, scientificamente fondata e spiritualmente in ascolto delle chiamate di Dio, potrebbe portare maggiore serenità alla Chiesa e permetterebbe a tutti i presbiteri e religiosi di essere più pacificati e riconciliati. In sintesi, la controversia riguardante la conversazione a porte chiuse con i vescovi della Cei ha generato polemiche e reazioni contrastanti, evidenziando posizioni divergenti all’interno della Chiesa riguardo all’ammissione di omosessuali nei seminari e alla visione dell’orientamento sessuale all’interno della comunità religiosa.