Elezioni europee e lo spettro della Pravfond, il centro europeo di propaganda russa

Elezioni europee e lo spettro della Pravfond, il centro europeo di propaganda russa
Vladimir Putin
3 giugno 2024

Sulle prime pagine della stampa e delle tv europee si moltiplicano le indiscrezioni trapelate in merito a Pravfond, una fondazione russa tentacolare che opera sotto il controllo dei servizi segreti di Mosca e che ha creato almeno due siti web che producono propaganda russa nell`Unione Europea. In base a quanto diffuso, si delineano storie che sembrano uscite da un libro di spionaggio, tra fioriste che hanno un doppio lavoro a Stoccolma e milioni da spendere in avvocati per la difesa “di agenti e assassini”, in base a quanto riporta la svedese Svt.

I siti sostenuti da Pravfond sarebbero due in particolare: Golos.eu in lingua ucraina contiene, tra le altre cose, disinformazione su Kiev; Euromore.eu (sede a Bruxelles) si presenta come un sito di notizie neutrale, con informazioni in tutte le lingue dell’Ue, dall’inglese al francese, ma anche italiano, spagnolo e persino il polacco e il finlandese. In realtà, le notizie sono tutte favorevoli al Cremlino. Da notare che Pravfond compariva già un anno fa, a giugno 2023, nelle sanzioni europee, in particolare in quelle relative ad Alexandr Udaltsov, peraltro direttore esecutivo della Fondazione. Secondo documenti ufficiali Ue nel gennaio 2022, in occasione della riunione del Consiglio di amministrazione di Pravfond, Udaltsov ha osservato che la Fondazione era diventata una sorta di struttura unica del “soft power” russo, che ha un impatto significativo sui connazionali e sulle loro organizzazioni in tutto il mondo.

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L’indiscrezione è apparsa già ieri su The Guardian con riferimento ai documenti della fondazione, dei servizi segreti europei e dell’emittente pubblica danese DR. La stessa tv danese riporta: “la fondazione statale russa sta attualmente eludendo le sanzioni europee e investendo milioni nelle cosiddette campagne di influenza in tutta Europa e in Danimarca. E questo tipo di influenza russa è aumentata nel periodo precedente alle elezioni del Parlamento europeo”. “Il capo in Svezia dell’organizzazione è la presidente di Rurik, Liudmila Siegel” riporta la svedese Svt, doviziosa di dettagli che sembrano venire da un film di spionaggio. “Ha lasciato la Svezia per la Russia alla fine dello scorso anno e non è stato possibile raggiungerla per un colloquio. Una delle persone che compaiono nella fuga di notizie è una donna che gestisce un negozio di fiori nella zona di Stoccolma”.

La notizia rimbalza un po’ ovunque dalla Norvegia alla Svezia. Secondo France24 svetta su numerose prime pagine ancora oggi. Ieri le Monde titolava sul suo sito: “Pravfond, il fondo nero discreto per le spie russe e i loro problemi legali all’estero”. Si noti che i documenti interni del Fondo per il sostegno e la protezione dei diritti dei compatrioti che vivono all’estero (Pravfond) mostrano che il fondo finanzia siti web di propaganda rivolti agli europei e ha contribuito a pagare la difesa legale del trafficante d’armi condannato Viktor Bout. Più di 40 documenti del Pravfond mostrano che tra i vertici dell’organizzazione ci sono diversi ex agenti dei servizi segreti. “In Svezia esiste da molti anni una rete collegata alle operazioni del fondo. Le tracce portano a un appartamento a Göteborg” annota il Goteborgs Posten.

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Tra loro compaiono Vladimir Pozdorovkin, agente del Servizio segreto straniero russo e supervisore delle attività di Pravfond nel Nord Europa e nei Paesi baltici, e Anatoly Sorokin, anch’egli agente dello stesso servizio e supervisore del dipartimento di Pravfond per il Medio Oriente, Moldavia e Transnistria. La fondazione avrebbe anche pagato gli avvocati greci che hanno difeso 12 marinai russi sospettati di traffico di esseri umani dall’Africa all’Europa. Secondo i documenti trapelati da Pravfond, otto marinai sono stati rilasciati nel 2022-2023 grazie all’aiuto della fondazione. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, i paesi dell’UE hanno vietato i canali russi Sputnik e RT, considerati i portavoce di Mosca.

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