“Chi cammina la terra sa che l’importante non è arrivare, ma procedere, passo dopo passo. Camminare la terra è esprimere il nostro vivere in continuo movimento. Talvolta occorre fermarsi per riposare o per pensare e per gioire o per piangere, e alla fine ricominciare a camminare”. Le parole, molto ispirate, sono di Luigi Veronelli, il grande gastronomo, giornalista ed editore cui la Triennale di Milano, a poco più di 10 anni dalla morte, dedica la mostra “Camminare la terra”. Lo storico della cucina Alberto Capatti è uno dei curatori. “Questo percorso è stato dettato passo dopo passo ovviamente da Luigi Veronelli. Noi lo abbiamo seguito, ne abbiamo seguito le tracce soprattutto, e queste tracce erano diversissime. E quindi è una mostra di materiali infiniti”. In mostra oggetti eterogenei, libri, riviste, alimenti, fotografie, documenti, oltre alle testimonianze televisive. “C’è della letteratura – ha aggiunto Capatti – ci sono i problemi del socialismo di cui si è occupato, c’è un anarchico che non ha mai smesso di fare denunce alla magistratura su problemi alimentari. C’è infine una cantina con le bottiglie e le bottiglie sono i libri che si leggono diversamente”. Immancabile infine la domanda su cosa avrebbe pensato Luigi Veronelli dell’Expo di Milano che si sta per aprire. “Avrebbe guardato, visto – ha concluso il curatore – avrebbe registrato tutta la storia pregressa dell’Expo e probabilmente avrebbe espresso un giudizio che è un giudizio critico, come sempre ha fatto la mostra “Camminare la terra” resterà in Triennale fino al 22 febbraio. Dal 1 maggio si trasferirà a Bergamo.