Kevin Costner incanta l’ultimo red carpet, cala il sipario sulla Mostra

Kevin Costner incanta l’ultimo red carpet, cala il sipario sulla Mostra
Kevin Costner e a destra Sienna Miller
8 settembre 2024

L’81ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia si è conclusa in grande stile, con la presenza di Kevin Costner a rubare la scena sul red carpet. L’attore e regista americano ha presentato, fuori concorso, il secondo capitolo del suo ambizioso progetto cinematografico “Horizon: An American Saga – Capitolo 2”, che ha suscitato grande entusiasmo tra fan e fotografi accorsi per vederlo. Con il suo carisma e la lunga carriera di successi alle spalle, Costner ha confermato ancora una volta il suo status di icona del cinema internazionale.

Sul tappeto rosso, accanto a lui, ha sfilato anche il resto del cast, tra cui la splendida Sienna Miller. L’attrice britannica ha fatto parlare di sé con un audace abito in pizzo bianco trasparente, abbinato a stivali neri alti sopra il ginocchio. Il suo look ha catturato l’attenzione di tutti, aggiungendo un tocco di glamour alla serata. La chimica tra gli attori presenti era palpabile, e la loro presenza ha contribuito a rendere l’atmosfera ancor più brillante. Ma non solo Kevin Costner ha incantato il pubblico. Il celebre regista italiano Pupi Avati ha presentato, anch’egli fuori concorso, il film di chiusura “L’orto americano”. Questo horror gotico, con protagonista Filippo Scotti, ha attirato l’attenzione del pubblico e della critica per la sua originalità e l’atmosfera inquietante. Avati, con la sua inconfondibile firma autoriale, ha offerto un’opera che promette di affascinare e allo stesso tempo inquietare gli spettatori.

 

 

Intanto, l’attore francese Vincent Lindon festeggia la Coppa Volpi vinta alla Mostra del Cinema di Venezia come miglior interprete maschile per “The Quiet Son”, in cui interpreta un padre single che lotta per evitare che il figlio adolescente venga travolto dall’estremismo di destra. Dopo la cerimonia di premiazione ha detto di essere “pazzo di felicità”. “Non si merita mai un premio, è questione di fortuna… Lo prendo così, sono felicissimo, è uno dei momenti più belli da quando faccio questo mestiere ma non bisogna crederci, bisogna cercare di rimanere con i piedi per terra – ha detto – ma sono davvero molto felice”.

 

 

Anche la storia di Matteo Messina Denaro, il mafioso responsabile delle stragi del 1992 e del 1993 e di decine di altri omicidi, è arrivata alla Mostra di Venezia con l’ultimo film italiano in concorso, “Iddu”, di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza. La sceneggiatura, su cui i registi lavoravano ben prima dell’arresto del boss nel 2023, trae ispirazione dai pizzini e dal carteggio tra il latitante e l’ex sindaco di Castelvetrano. Nel film è un grandissimo Toni Servillo a interpretare il personaggio immaginario, tragico e ridicolo, a lui ispirato, mentre Elio Germano regala l’ennesima straordinaria interpretazione nei panni del mafioso siciliano. A proposito della personalità di Messina Denaro i registi hanno spiegato: “Quello che si è fatto è stato scavare all’interno di questa psicologia, capire che avevamo di fronte questo strano, infantile e patologico narciso, e metterlo in scena nella sua verità umana, nella sua verità psicologica, senza cadere nei soliti manicheismi che non servono solo a taroccare la realtà e renderla semplicistica”.

 

 

Elio Germano a proposito di “Iddu” ha detto: “E’ un film che ha una sua originalità proprio nel racconto di quello che noi consideriamo il male assoluto, come vicenda di esseri umani, come diceva Giovanni Falcone. Quindi con la piccolezza degli esseri umani e quella banalità del male, che è attaccata a delle piccole convenienze personali che poi producono a cascata questi enormi drammi sociali”. “Iddu” sviscera infatti il tragico e il ridicolo delle vicende umane legate alla storia di Messina Denaro, restituendo un racconto ancora più vero di quella latitanza durata 30 anni. Secondo Servillo “solleverà la questione più semplice di tutte, cioè la domanda più semplice di tutte: come è possibile che tutto ciò accada, e in conseguenza del fatto che tutto ciò accade in una regione e in un intero Paese tenuto in scacco da una criminalità così feroce e così potente”.

È una lettera d’amore di una figlia verso suo padre, invece, “Il tempo che ci vuole” di Francesca Comencini, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, Fuori Concorso, e nelle sale dal 26 settembre. Un film molto personale che la regista ha detto di aver voluto fare da sempre ma di aver rimandato non sentendosi pronta. “Avevo bisogno di avere del tempo, proprio il tempo che ci vuole per elaborare tutti questi momenti di vita”. Poi le chiusure con il Covid, il cinema fermo, l’angoscia. “Lì è emerso in un modo molto prepotente, il bisogno, il desiderio di rendere questo omaggio, di scrivere questa lettera d’amore al tempo stesso sia alla figura di mio padre come regista che come padre e al tempo stesso al cinema”.

Il padre, Luigi Comencini, è interpretato da Fabrizio Gifuni, nei suoi panni, invece, c’è Francesca Romana Maggiora Vergano. Una bella sfida per i due attori. “Sarò in grado? Sarò all’altezza? – si è chiesta Francesca Romana Maggiora Vergano – è la stessa domanda che la figlia si fa durante tutta la storia, e lì mi sono sentita più leggera, perché ho detto: cavalco questa sensazione”. “Francesca ci ha accompagnati raccontando la storia di un padre e di una figlia, bambina, adolescente, adulta e di un uomo che invecchia, in cui i rapporti di forza cambiano per raccontare una storia, e credo questa sia la forza del film che sta emozionando, universale” ha raccontato Gifuni.

 

 

Nel film si racconta un padre la cui vita è il cinema, ma capace di metterlo da parte al bisogno, specie per sua figlia. “Mi ha salvato la vita, assolutamente era quello che volevo anche raccontare, è stato un uomo molto coraggioso, molto integro. E ho voluto anche raccontare questa gratitudine nei suoi confronti e anche questo altro suo insegnamento, dell’importanza del fallimento e dell’onestà nel dire tutti abbiamo fallito, anche le persone che noi pensiamo essere più di successo…, penso sia stato un altro dei suoi insegnamenti molto molto importanti e che cerco di trasmettere con questo film anche in relazione a quel momento della mia adolescenza, ormai è molto lontano, data la mia età, però in cui ho avuto un problema di dipendenza da una sostanza, di raccontare che non è uno stigma, non è una vergogna”.

La Mostra del Cinema di Venezia si conferma ancora una volta come uno degli eventi più prestigiosi nel panorama cinematografico internazionale. Anche quest’anno ha saputo attirare grandi star e offrire anteprime cinematografiche di altissimo livello. I diversi generi e stili presentati hanno dimostrato la vitalità e la ricchezza del cinema contemporaneo, regalando al pubblico una panoramica completa delle nuove tendenze. Non solo proiezioni, però: il festival ha proposto numerosi eventi collaterali, tra cui conferenze, workshop e incontri con i protagonisti del mondo cinematografico. Questi momenti di confronto hanno permesso al pubblico di immergersi nel dietro le quinte della realizzazione dei film e di conoscere più da vicino i segreti del mestiere.

L’81ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia si conclude quindi con un bilancio più che positivo. La presenza di icone come Kevin Costner e Pupi Avati ha dato un valore aggiunto a un’edizione già di per sé ricca di momenti memorabili. Le anteprime e gli incontri proposti lasciano presagire una stagione cinematografica piena di opere destinate a lasciare il segno.

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