All’inizio è stata liquidata come un problema marginale per l’Eurozona ma la crisi della Grecia (quasi il 3% del pil del club ell’euro) ben presto ha assunto i contorni di una valanga mettendo a rischio la stessa sopravvivenza della moneta europea. Le elezioni di domenica saranno un nuovo impegnativo test per Atene ma anche per l’Eurozona che sul salvataggio della Grecia ha messo in fila una sequela di errori.
Una vittoria della sinistra radicale di Tsipras è data per scontata da tutti i sondaggi ma è impensabile una clamorosa rottura degli accordi tra Atene e la troika (Fmi, Bce e Commissione europea) e una uscita della Grecia dall’euro, anche considerando che, con ogni probabilità, Siryza dovrà fare un governo di coalizione.
I NUMERI DEGLI AIUTI ALLA GRECIA – Era maggio del 2010 quando la Finlandia lanciò la provocazione di dare soldi alla Grecia in cambio della proprietà di qualche amena isola ellenica o del Partenone. Dopo mesi di frizioni e polemiche nel club dell’euro il piano di aiuti è arrivato. Come ha ricordato l’ex presidente della Commissione Ue, Barroso, il totale degli aiuti alla Grecia ammonta a 380 miliardi di euro. Bce, Fmi e paesi euro hanno garantito 240 miliardi con due programmi: 110 miliardi nel 2010 e 130 miliardi nel febbraio 2012. Poi ci sono 40 miliardi di fondi europei tra il 2007 e il 2013 e 100 miliardi dal settore privato con la ristrutturazione del debito pubblico di Atene. La Grecia ha ricevuto ingenti aiuti finanziari dietro l’impegno a realizzare una serie di riforme strutturali nonché a riportare un avanzo primario già dal 2013. A dicembre sono state interrotte le trattative tra la troika e Atene per l’aggioranemento del programma che riprenderanno quando ci sarà il nuovo governo greco.
LA GRECIA POTREBBE USCIRE DALL’EURO? – L’uscita della Grecia dall’euro con il ritorno alla dracma è stata indicata come una possibilità. In realtà i trattati non contemplano che un paese possa uscire dal club. Può sembrare un paradosso, ma un paese può uscire dall’Unione Europea ma non può abbandonare l’euro. “E’ irreversibile” ha tuonato il presidente Bce, Mario Draghi.
COSA CHIEDE IL PARTITO DI ALEXIS TSIPRAS – Siryza non vuole uscire dalla moneta unica ma chiede esplicitamente da tempo una ristrutturazione del debito pubblico: sostanzialmente una sua riduzione. La portata del taglio richiesto non è ben definita , ovviamente sarebbe al centro di un eventuale negoziato con le controparti, ad ogni modo in generale è stata indicata una riduzione del 50 per cento.
E’ POSSIBILE UNA NUOVA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO? – Nessun paese dell’Eurozona è favorevole a un nuovo “haircut” del debito pubblico greco. Una nuova ristrutturazione significa altre perdite per i possessori di titoli di Stato di Atene.
SU COSA SCOMMETTONO I MERCATI FINANZIARI? – L’ipotesi “Grexit” non è sul tavolo e nemmeno un riassetto del debito. I mercati finanziari scommettono che il nuovo governo greco e la troika faranno un nuovo accordo. La Grecia non può fare a mano del programma di aiuti e la troika forse è consapevole che le misure e i target chiesti ad Atene sono troppo costosi sul piano politico e sociale. Ci sono margini di trattativa e il compromesso può essere una modifica dell’agenda delle riforme e un allentamento delle condizioni che Atene deve rispettare.