Via libera alla riforma di Medicina: semestre-filtro al posto del test d’ingresso

Via libera alla riforma di Medicina: semestre-filtro al posto del test d’ingresso
Anna Maria Bernini
17 ottobre 2024

La settima Commissione del Senato ha approvato il disegno di legge delega che segna una svolta epocale per l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, e Medicina Veterinaria. La riforma, che prevede l’abolizione del numero chiuso per il primo semestre, introduce un modello innovativo di selezione: tutti gli studenti potranno iscriversi liberamente senza dover affrontare test d’ingresso. Il sistema di accesso verrà progressivamente riorganizzato per rispondere alle esigenze degli atenei e del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), in un’ottica di maggiore sostenibilità e giustizia.

La principale innovazione è il superamento della selezione immediata basata su test d’ingresso, che sarà sostituita da un semestre “filtro”. Durante questo primo periodo, gli studenti dovranno affrontare esami caratterizzanti e accumulare crediti formativi. La loro permanenza nel percorso di laurea sarà quindi determinata dal rendimento accademico e dalla posizione in una graduatoria nazionale. Solo coloro che completeranno con successo tutti gli esami previsti per il primo semestre e che si posizioneranno in una buona fascia della graduatoria potranno continuare gli studi dal secondo semestre in poi.

Una riforma per un accesso più equo e una migliore formazione dei futuri medici

Il disegno di legge delega mira a garantire una selezione più equa e meritocratica, basata sulle reali competenze acquisite dagli studenti durante il primo semestre di studi, piuttosto che su prove d’accesso che spesso sono criticate per la loro rigidità.

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La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha definito questo giorno come un momento “storico” per la riforma dell’accesso alle facoltà medico-sanitarie. Secondo la ministra, “il fabbisogno di nuovi medici è stimato in almeno 30.000 professionisti nei prossimi sette anni”. Per rispondere a questa necessità, il Governo ha già aumentato il numero dei posti disponibili nei corsi di laurea in Medicina, Chirurgia e Veterinaria, ma l’abolizione del numero chiuso rappresenta un ulteriore passo avanti.

“Per il primo anno aboliamo il numero chiuso e i test d’ingresso, ma prevediamo un semestre-filtro con esami caratterizzanti”, ha spiegato Bernini, aggiungendo che “i risultati ottenuti durante questo periodo saranno riconosciuti anche in percorsi formativi alternativi, offrendo ai ragazzi una maggiore flessibilità di scelta”. La riforma, quindi, non solo risponde alle aspirazioni di molti giovani che ambiscono a diventare medici, ma garantisce anche una preparazione di qualità grazie a un’offerta formativa d’eccellenza.

Programmi di orientamento e formazione già nelle scuole superiori

La riforma introduce anche percorsi di orientamento specifici per gli studenti delle scuole secondarie superiori, con l’obiettivo di prepararli meglio all’eventuale ingresso nei corsi di laurea in ambito medico. Durante gli ultimi tre anni delle scuole superiori, gli studenti potranno partecipare a corsi di orientamento che prevedono 30 ore annue di formazione, in collaborazione con le università e gli ordini delle professioni sanitarie. Questi corsi includeranno anche esperienze pratiche, come tirocini, e saranno offerti su tutto il territorio nazionale.

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Questi programmi permetteranno ai ragazzi di acquisire competenze specifiche e una maggiore consapevolezza sul percorso da intraprendere. Nel caso in cui uno studente non riuscisse ad accedere al secondo semestre di Medicina, potrà comunque vedere riconosciuti i crediti formativi acquisiti e proseguire in un altro percorso di studi.

Il semestre-filtro: come funziona la nuova selezione

Il cuore della riforma è il cosiddetto “semestre-filtro”. Al termine del primo semestre, gli studenti saranno valutati sulla base dei risultati ottenuti negli esami caratterizzanti, che riguarderanno materie fondamentali per il percorso medico-sanitario. Gli esami saranno decisivi per stabilire se lo studente potrà proseguire gli studi in Medicina, Odontoiatria o Veterinaria. La posizione in graduatoria nazionale sarà calcolata considerando il numero di crediti formativi accumulati e le votazioni ottenute negli esami.

In caso di mancata ammissione al secondo semestre, gli esami sostenuti potranno comunque essere riconosciuti come validi per altri percorsi di laurea, assicurando che nessuno sforzo venga sprecato. Questo aspetto è pensato per ridurre lo spreco di risorse e ottimizzare l’impegno degli studenti.

Roberto Marti: “Un passo decisivo verso il superamento del numero chiuso”

Roberto Marti, senatore della Lega e presidente della Commissione Istruzione del Senato, ha commentato positivamente l’approvazione del disegno di legge, definendolo un passo decisivo per “abolire il numero chiuso, atteso da 25 anni”. Marti ha sottolineato come questa norma sia frutto di una lunga battaglia politica della Lega, portata avanti con l’obiettivo di valorizzare i giovani talenti e migliorare la qualità del sistema sanitario nazionale.

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Grazie a questo provvedimento, ha spiegato Marti, gli aspiranti medici potranno iscriversi liberamente al primo semestre dei corsi di laurea in Medicina, Odontoiatria e Veterinaria, affrontando un periodo di studio durante il quale avranno la possibilità di dimostrare le loro capacità. “Si tratta di un provvedimento di buonsenso”, ha aggiunto Marti, che “supera il vecchio meccanismo di selezione, dimostratosi inadeguato durante l’emergenza pandemica”.

Una nuova programmazione per il fabbisogno di medici e professionisti sanitari

La riforma prevede inoltre il potenziamento della programmazione annuale del numero di accessi ai corsi di laurea, in modo da rispondere meglio alle esigenze del SSN. Sarà introdotto un sistema di monitoraggio del fabbisogno di personale medico e sanitario, che permetterà di calibrare l’offerta formativa in base alle reali necessità del Paese. Questo sistema includerà anche la programmazione della formazione post-lauream, come le scuole di specializzazione medica, per garantire che il SSN possa contare su un numero adeguato di professionisti nei prossimi anni.

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