Con oltre 300mila voti espressi, la Georgia ha infranto ogni record di affluenza nel primo giorno di votazione anticipata per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti. Il precedente primato era di 136mila voti, stabilito nel 2020, ma quest’anno la partecipazione ha raggiunto quota 328.000, come ha riferito su X (ex Twitter) Gabe Sterling, capo dell’ufficio del segretario di stato della Georgia. Definendo l’affluenza come “spettacolare”, Sterling ha sottolineato l’importanza di questa mobilitazione in uno Stato chiave, considerato determinante per l’esito della tornata elettorale.
La Georgia, uno degli Stati del cosiddetto “campo di battaglia” che può decidere l’esito di un’elezione, sta attirando una massa crescente di elettori nonostante gli ostacoli posti dalle nuove normative e i danni provocati dall’uragano Helene. Questo aumento significativo dell’affluenza è ancora più sorprendente alla luce delle recenti limitazioni imposte dai repubblicani, mirate a rendere più difficoltoso il voto in distretti a maggioranza democratica. Malgrado ciò, la partecipazione elettorale non sembra frenata, anzi, si rivela una risposta energica della popolazione.
Giudice blocca il conteggio manuale dei voti
In parallelo, continuano a pesare i dubbi sulla validità delle procedure elettorali in Georgia. Di recente, un giudice della Corte Superiore della contea di Fulton ha bloccato una norma che prevedeva il conteggio manuale delle schede elettorali dopo la chiusura delle votazioni. Tale regola, introdotta dal Comitato Elettorale della Georgia, controllato in maggioranza da sostenitori dell’ex presidente Trump, avrebbe rallentato considerevolmente il processo di scrutinio dei voti, creando incertezza a poche settimane dal voto presidenziale.
Il giudice Robert McBurney ha criticato duramente la riforma, definendola una misura tardiva e disorganizzativa. McBurney ha anche annullato altre nuove regole elettorali che avrebbero potuto minare la fiducia nei risultati elettorali e ritardare la certificazione finale dei voti, proteggendo così l’integrità del processo elettorale in Georgia.
Una battaglia elettorale decisiva
Nel 2020, la Georgia ha visto una svolta storica, con Joe Biden diventato il primo candidato democratico a vincere nello Stato dal 1992, grazie soprattutto all’affluenza degli elettori afroamericani, che rappresentano un terzo della popolazione. Questo successo democratico ha reso la Georgia uno dei territori più ambiti per la tornata elettorale del 2024. Tuttavia, le recenti mosse del Comitato Elettorale statale, sostenuto dalla maggioranza repubblicana, stanno creando nuove difficoltà, con l’introduzione di regole che puntano a limitare l’accesso al voto, in particolare nelle aree a maggioranza democratica.
Le sentenze come vittoria per i Democratici
Le decisioni dei tribunali rappresentano una vittoria per i democratici e i gruppi di difesa dei diritti di voto, che temevano che le nuove regole avrebbero potuto essere utilizzate per ritardare o bloccare la certificazione dei risultati in caso di sconfitta dell’ex presidente Donald Trump. Il giudice McBurney ha chiarito che le procedure di certificazione non devono essere ostacolate, garantendo così il rispetto delle tempistiche elettorali e la fiducia dei cittadini nel processo democratico.
Con l’affluenza già così alta, l’esito delle elezioni in Georgia sarà cruciale e potenzialmente decisivo per le presidenziali del 5 novembre. La battaglia politica si fa sempre più serrata, ma la partecipazione degli elettori sembra indicare un crescente impegno verso il futuro del Paese.