Oggi, Kemi Badenoch è stata ufficialmente eletta nuova leader del Partito Conservatore britannico, un ruolo che la rende la prima donna di colore a guidare uno dei principali partiti politici del Regno Unito. La quarantaquattrenne, figlia di genitori nigeriani, ha vinto la corsa alla leadership con il 57% dei voti, battendo l’avversario Robert Jenrick, anch’esso posizionato sulla destra del partito. Questo cambiamento arriva dopo una dura sconfitta elettorale del partito lo scorso luglio, che ha portato alle dimissioni dell’ex leader Rishi Sunak.
I principi di Badenoch
Durante la sua campagna elettorale, Badenoch si è presentata come la portavoce di un ritorno al “vero conservatorismo”, puntando su una linea politica severa nei confronti dell’immigrazione e su posizioni anti-woke, che lei stessa definisce un obiettivo per contrastare la “cancel culture”.
“È giunto il momento di dire la verità, di difendere i nostri principi, di pianificare il nostro futuro”, ha dichiarato Badenoch al momento dell’annuncio della sua vittoria. In un discorso dal tono fermo e misurato, ha ringraziato il marito Hamish Badenoch e i loro tre figli, enfatizzando il suo desiderio di dare un nuovo inizio al partito e al Paese.
L’appoggio dall’Italia
La neoeletta leader ha ricevuto congratulazioni anche dal primo ministro italiano Giorgia Meloni, che ha espresso “auguri di buon lavoro” e fiducia nelle prospettive di una collaborazione basata su valori comuni. Anche il vicepremier Antonio Tajani ha lodato la sua elezione, descrivendola come un “bell’esempio di integrazione”.
Kemi Badenoch rappresenta un volto nuovo in un Regno Unito sempre più multietnico, ma il suo orientamento politico guarda nettamente a destra. La sua elezione arriva in un contesto in cui la politica britannica è sempre più polarizzata, con paralleli internazionali che includono figure come Donald Trump, impegnato nelle presidenziali statunitensi.
Una leader in contrasto con il labour
Il compito di Badenoch non sarà semplice: dopo 14 anni al governo e una pesante sconfitta alle elezioni, il Partito Conservatore deve riguadagnare la fiducia degli elettori. La nuova leader ha espresso il suo impegno a ricostruire un’opposizione vigorosa al governo laburista di Keir Starmer, criticando l’attuale primo ministro per mancanza di chiarezza e di visione a lungo termine.
Il Labour ha accolto l’elezione di Badenoch con cautela, accusando i governi conservatori di aver causato “anni di declino e caos”. Ma il profilo di Badenoch, in contrasto con quello di Starmer, potrebbe creare difficoltà per il Labour. L’agenda politica di Badenoch è aggressiva e senza compromessi, un tratto che potrebbe attrarre segmenti dell’elettorato in cerca di una leadership più incisiva.
Le origini di Kemi Badenoch
Nata a Wimbledon e cresciuta a Lagos, Badenoch ha completato la sua istruzione nel Regno Unito, laureandosi in ingegneria elettronica e giurisprudenza. Descritta come una figura carismatica e spesso controversa, Badenoch non ha esitato a esprimere ammirazione per Donald Trump e ha criticato il movimento Black Lives Matter e l’uso delle quote per le minoranze.
Nel suo programma politico, richiama spesso un “thatcherismo 2.0”, basato su un neoliberismo puro e privo di compromessi, affiancato da un’opposizione alla teoria del gender e al movimento per i diritti delle minoranze. Anche sul colonialismo, Badenoch ha preso posizioni inusuali, definendo la narrazione storica attuale come eccessivamente semplificata e sottolineando l’importanza del patriottismo.
Il futuro di Badenoch e del partito conservatore
La neoeletta leader si troverà ora a gestire un delicato equilibrio tra l’unità interna e la costruzione di un consenso elettorale. Tra i suoi primi passi, Badenoch ha annunciato l’intenzione di offrire un ruolo di primo piano a Robert Jenrick nel suo governo ombra, nella speranza di rafforzare la base elettorale.
Mentre Badenoch si prepara a fronteggiare il Labour in Parlamento, il Regno Unito osserva con attenzione questa nuova pagina nella storia politica del Paese. La sua elezione rappresenta un simbolo di integrazione e di diversità, ma anche una svolta conservatrice destinata a influenzare le dinamiche politiche interne e i rapporti internazionali.
