Il secondo giorno della crisi di governo in Germania ha segnato un cambiamento significativo nella posizione del cancelliere Olaf Scholz, che ha deciso di riconsiderare la sua ferma opposizione a nuove elezioni prima di metà gennaio.
Solo 24 ore prima, Scholz aveva definito “indiscutibile” l’idea di evitare il voto anticipato, un atteggiamento che aveva contribuito a far saltare un accordo con il segretario della CDU per una collaborazione costruttiva sulle leggi in scadenza al Bundestag. Ora, tuttavia, il cancelliere ha dichiarato la sua intenzione di incontrare al più presto i capigruppo parlamentari dei partiti democratici per discutere quali norme possano essere approvate entro la fine dell’anno. “Dobbiamo discutere con la massima calma sulla data del voto”, ha affermato, mostrando un’improvvisa apertura alla possibilità di un cambio di rotta.
Le dinamiche della crisi
La crisi è stata innescata dall’allontanamento dal governo dell’ex ministro delle Finanze Christian Lindner e di altri esponenti del suo partito, i Liberali (FDP). Lindner, noto per le sue posizioni rigorose sulla disciplina fiscale e sul welfare, ha lasciato un vuoto significativo nel governo. L’unico esponente della FDP rimasto nel governo è Volker Wissing, il ministro dei Trasporti, che ha scelto di abbandonare il partito pur di mantenere la sua poltrona.
Questo sviluppo ha ulteriormente complicato la già fragile situazione politica tedesca. Con l’avvicinarsi della data del 15 gennaio, quando Scholz intende presentarsi al Bundestag per chiedere la fiducia, le prospettive sembrano cupe. Molti analisti prevedono che il cancelliere non otterrà il sostegno necessario per continuare a governare. In caso di fallimento, si profilano elezioni anticipate in primavera, con Friedrich Merz, leader dei conservatori della CDU/CSU, come candidato favorito per assumere la guida della prima economia europea.
Pressioni interne ed esterne
Le pressioni sul governo di Scholz stanno crescendo da più parti. Il mondo imprenditoriale e mediatico chiede a gran voce che il cancelliere non prolunghi l’agonia di un esecutivo di minoranza composto solo dalla SPD e dai Verdi. La situazione economica della Germania è delicata e richiede decisioni rapide e efficaci. Tra le questioni più urgenti vi sono:
- Sostegno all’Ucraina: Scholz è determinato a mantenere il supporto alla nazione invasa dalla Russia, soprattutto ora che il ritorno di Trump potrebbe ridimensionare l’impegno statunitense in Europa. Tuttavia, questo sostegno richiede uno sforamento di bilancio che non può essere approvato senza la collaborazione dei conservatori.
- Riforma delle pensioni: la proposta di riforma delle pensioni rischia di penalizzare i giovani a favore del mantenimento dello status quo per le generazioni più anziane. Questa misura potrebbe generare malcontento tra i cittadini e complicare ulteriormente la situazione politica.
- Rilancio del settore automobilistico: contribuendo significativamente all’inatteso crollo della produzione industriale registrato a settembre, il settore automobilistico tedesco necessita urgentemente di interventi per stimolare la crescita e affrontare le sfide dell’elettrificazione e della concorrenza cinese.
Il contesto internazionale
A complicare ulteriormente le cose c’è il contesto internazionale. La Germania si trova ad affrontare una guerra commerciale con gli Stati Uniti, una situazione che non è stata risolta durante l’amministrazione Biden e che potrebbe intensificarsi con il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Scholz sta cercando di attrarre compagnie tedesche e internazionali a produrre in Germania attraverso generosi sgravi fiscali, ma questa strategia richiede stabilità politica interna.
Le motivazioni dietro l’apertura alla crisi
Molti osservatori si chiedono perché Scholz abbia scelto proprio ora di aprire la crisi. Alcuni analisti suggeriscono che il cancelliere abbia accelerato la situazione prima che il suo partito riuscisse a trovare un candidato alternativo in grado di correre alle prossime elezioni al suo posto.
L’ex sindaco di Amburgo sembra determinato a mantenere la leadership della SPD, attualmente data al 15% nei sondaggi – tre punti percentuali in meno rispetto all’Afd – mentre i partiti più estremisti potrebbero trarre vantaggio da un governo instabile. La scommessa iniziale di Scholz era che il ritorno di Trump avrebbe potuto serrare i ranghi del governo e spingere Lindner verso un approccio più collaborativo. Tuttavia, ciò non è avvenuto; anzi, l’ultimo confronto tra i due leader si è concluso con insulti e accuse reciproche.
La chiamata alla responsabilità
In questo contesto turbolento, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ha invitato i politici a mostrare “responsabilità” nel fornire al Paese “maggioranze stabili e un governo efficace”. Anche Robert Habeck, vicecancelliere verde e alleato di Scholz, ha ribadito l’importanza dell’azione immediata: “Siamo in carica, possiamo prendere decisioni e le prenderemo”.
Tuttavia, il rischio è quello di arrivare a gennaio con una legge di bilancio incompleta e inadeguata per affrontare le sfide economiche sempre più pressanti. La Germania ha bisogno di stabilità politica per navigare attraverso venti contrari sempre più forti e garantire un futuro prospero per i suoi cittadini. In conclusione, la crisi attuale rappresenta un momento cruciale per la Germania. Le scelte fatte nei prossimi mesi potrebbero avere ripercussioni durature non solo sulla politica interna ma anche sul ruolo della Germania nell’Unione Europea e nel contesto globale.