Il costituzionalista e presidente dell’autorità Antitrust (Agcm) Giovanni Pitruzzella ha sottolineato che “l’etica professionale debba oggi fare i conti con la qualificazione delle professioni come attività di impresa, almeno ai fini dell’assoggettamento alle regole della libera concorrenza”. Lo ha affermato intervenendo a Palermo al meeting su Etica e professioni intellettuali, evento nato da un’idea dell’Ordine degli ingegneri condivisa con gli enti rappresentativi di architetti, agronomi, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, farmacisti, medici, geometri, biologi, chimici, geologi, giornalisti, notai e psicologi.
“Si tratta di un dato che fa parte del Dna del diritto europeo e al quale bisogna adeguarsi – ha aggiunto – ma che non va visto con sfavore, perché può portare a un’evoluzione degli standard del servizio a beneficio dei consumatori, anche se molte incongruenze con la nostra normativa interna permangono e, spesso, devono trovare soluzione in sede giurisdizionale”. “È così che, per esempio, sono state dichiarate restrittive della concorrenza le disposizioni – ha osservato – dei codici deontologici che mirano a reintrodurre surrettiziamente le tariffe, stabilendo che le parcelle debbano essere calcolate secondo criteri di decoro e dignità della professione”.