La vendetta di Renzi: salva-Silvio a maggio

La vendetta di Renzi: salva-Silvio a maggio
12 febbraio 2015

di Daniele Di Mario

Silvio Berlusconi rompe il patto del Nazareno, Forza Italia toglie il sostegno al Pd sulle riforme e la “rappresaglia” di Matteo Renzi non si fa attendere. Non andrà infatti in Consiglio dei ministri il 20 febbraio prossimo il decreto attuativo della riforma fiscale che contiene la cosiddetta norma “salva-Berlusconi” e che, se approvata, potrebbe annullare gli effetti della sentenza di condanna del Cav per evasione fiscale. La norma prevede infatti la non punibilità dell’evasione se l’importo ammonta a meno del 3% dell’imponibile dichiarato.
A spiegarlo è il viceministro all’Economia Luigi Casero in audizione alla Camera. Il 20 sarà presentato il decreto sul ruling internazionale mentre “i decreti su accertamento, contenzioso e sanzioni slitteranno”, probabilmente a maggio. La tempistica prevista dal governo per l’attuazione dell’intera delega fiscale (tre mesi per la presentazione di tutti i decreti e tre per l’approvazione) “ci permette di cercare di presentare provvedimenti omogenei – spiega Casero – Il 20 porteremo il decreto sullo sviluppo e la concorrenzialità per le imprese italiane e straniere e poi, in una fase successiva ci dedicheremo a quelli su accertamento sanzioni e contenzioso. Dando omogeneità ai due interventi”. In questo modo il governo avrà “un tempo maggiore per dialogare su questi temi all’interno del Parlamento e con il Paese per arrivare a un provvedimento che speriamo sia il più condiviso possibile”.

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IL GELO Magari sarà solo un caso, ma il premier non fa nulla per celare il gelo ne rapporti tra lui e il leader di Forza Italia. Intervistato da SkyTg24 , Renzi ribadisce infatti che “con Berlusconi i rapporti non sono positivi”. Poi però non risponde alla domanda sugli accordi con Cav per il Quirinale. Resta in silenzio e saluta: “Buona serata”. In precedenza il premier aveva sottolineato come parlare della riforma fiscale come un “Salva Berlusconi vuol dire credere nell’iperuranio. Se c’è una persona che non c’entra niente è Berlusconi”. E sulla riforma fiscale aggiunge: “Ci metteremo qualche settimana in più, qualche mese in più ma dal primo settembre parte il nuovo sistema fiscale. Dobbiamo riprenderci i soldi di chi evade le tasse, tutto il resto sono barzellette. Berlusconi non c’entra niente, vogliamo evitare che accadano schifezze o di fare pasticci”. “La prima parte della delega fiscale sul fisco come consulente – aggiunge Renzi – prevede la fatturazione elettronica e l’eliminazione degli scontrini, andrà in discussione nel cdm del 20 febbraio. E andrà in vigore il primo giugno”.

CASO FALCIANI Il presidente del Consiglio parla anche dal caso Falciani: “È emblematico: l’Italia ha contestato 740 milioni di potenziale evasione e ne ha portati a casa 29. La Francia ha fatto un’indagine e ha scelto di contestare un tot di evasione, riuscendo a portare a casa tutti i soldi, così come la Germania. Si chiederanno perché gli italiani non riescono a portare a casa tutti i soldi. Ecco perché bisogna fare la riforma fiscale”. Renzi ribadisce anche che sulle riforme l’ostruzionismo delle opposizioni e l’irrigidimento di FI non avranno alcuna conseguenza, nonostante anche ieri in Aula non sia mancata la bagarre e l’approvazione del ddl costituzionale sia andato avanti tra le proteste delle minoranze che non rinunciano a ritirare una parte dei subemendamenti e alla fine ottengono un prolungamento dei tempi per gli iscritti al gruppo misto “Noi vogliamo fare le riforme insieme a tutti quelli che ci stanno. Si discute, ma poi si vota. L’ostruzionismo non ci fermerà”, ribadisce Renzi che poi stigmatizza il comportamenti di “quei deputati che urlano in Aula” e che non stanno facendo il proprio lavoro. “Va bene il confronto ma sono passati sei mesi dalla prima lettura – spiega il premier – Abbiamo dato disponibilità a discutere ma l’impressione è che non vogliano discutere nel merito. Queste riforme le facciamo e le portiamo a casa. Questa volta l’Italia la cambiamo davvero”.

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