Tre 40enni “falliti” che decidono di reinventarsi per provare a cambiare vita, mettendo in atto il loro piano B e realizzare un sogno: aprire un agriturismo. Sono i protagonisti di “Noi e la Giulia”, al cinema dal 19 febbraio, commedia di Edoardo Leo, al suo terzo film da regista, tratta dal libro “Giulia 1300 e altri miracoli” di Fabio Bartolomei. Leo, coatto cialtrone, Luca Argentero, venditore di auto infelice e Stefano Fresi, capace di far fallire lo storico alimentari di famiglia, sono tre sfigati che si incontrano per caso, uniscono le forze e i pochi soldi e rilevano un casale scapestrato. A loro si aggiungono Claudio Amendola, cinquantenne nostalgico comunista e Anna Foglietta, ragazza bizzarra e incinta, che ha girato davvero al settimo mese di gravidanza. Il gruppo improbabile, però, non ha fatto i conti con la dura legge del pizzo da pagare e quando si presenta il curioso camorrista Carlo Buccirosso, alla guida di una vecchia Giulia 1300, capisce che non sarà facile. Ma il sopruso li spinge a ribellarsi e a resistere a oltranza per difendere il loro progetto, la prima cosa bella che ognuno di loro ha la possibilità di realizzare. Edoardo Leo racconta: “Il manipolo di antieroi, il riscatto e il ribellarsi al sopruso sono l’anima del libro e la cosa che io di più volevo rappresentare. E’ una specie di armata Brancaleone moderna, però è bello quando gli antieroi cercano di fare una cosa, si ribellano, fa ridere ma ti fa anche emozionare, fai anche il tifo. Le storie di riscatto quando vengono dai più deboli sono interessanti, a me come spettatore piacciono quindi ho detto: voglio fare un film che come spettatore andrei a vedere”. Il film affronta anche temi impegnati come il razzismo, la camorra, i soprusi che si è costretti a volte ad accettare, ma per Leo è soprattutto una commedia con cui si racconta il Paese ridendoci su. Ma quanti 40enni oggi rischierebbero per cambiare vita come i protagonisti? Claudio Amendola: “Tutti quelli che usciranno dal film diranno: ma sai che questi hanno proprio ragione, e si licenziano tutti, tutti licenziati e l’Italia va in tracollo. Però tutti felici”.