Ricostruttori e non rottamatori. A uscire da Forza Italia Raffaele Fitto e i suoi non ci pensano nemmeno convinti, dopo il commissariamento della Puglia ordinato da Silvio Berlusconi e le dimissioni immediate di tutti i coordinatori locali, che “la distruzione dall’alto non soffochi il fermento dal basso e che più minacce ci fanno e più gente verrà con noi”. Un sondaggio Ixè di oggi accredita comunque l’area Fitto al 4% dei consensi. Parte domani pomeriggio alle 16, dall’auditorium Massimo di Roma, il tour per l’Italia dei ricostruttori fittiani. Parlerà Raffaele Fitto ovviamente ma, spiegano gli organizzatori, ci saranno vari contributi, anche video, per una nuova Forza Italia “che non sia un santuario e che non viva di nostalgie del passato”. L’obiettivo della manifestazione è duplice: bisogna “ricostruire dal basso il partito e anche il Paese, perchè sono entrambi malconci”.
Se, come ripete da giorni, “epurare la Puglia è stato un atto di debolezza” Fitto respinge al mittente anche qualsiasi paragone tra la sua battaglia “tutta interna al partito” e il “che fai, mi cacci?” di Gianfranco Fini. “I paragoni con le situazioni passate non hanno nè capo nè coda – attacca -. Lo scontro tra Berlusconi e Fini all’interno del Pdl metteva in discussione la tenuta e la prosecuzione del governo di centrodestra, ma quella era un’altra pagina”. Insomma, ragionano i suoi, quella di Fini era “un’operazione di potere, lui litigava per costruire qualcosa di alternativo a Forza Italia, noi no, ognuno di noi è intriso di storia azzurra. L’anno scorso abbiamo combattuto anche l’operazione Ncd”. Ma i quadri, ora, devono essere azzerati: “Vogliamo regole certe per garantire maggiore democrazia interna: congressi e primarie sono tutti strumenti utili, ma senza le regole non si va da nessuna parte”.
“Cacciarci? Politicamente è un’idiozia – spiega Nuccio Altieri, deputato, tra i più vicini a Fitto -. Scusi ma come si fa a cacciare chi azzecca tutte le mosse? Insomma è una cosa che politicamente non esiste e, tecnicamente, oggi non è prevista una procedura del genere”. Inoltre “c’è un effetto immediato degli errori che Forza Italia sta commettendo anche in queste ore – aggiunge Altieri – ovvero dare più appeal al progetto di ricostruirla. Ci hanno contattato persone da tutta Italia, abbiamo dovuto cambiare la location dell’iniziativa già una volta(in un primo momento si era pensato al teatro Ghione, ndr), ora abbiamo una sala da 1500 persone e speriamo di riuscire a non lasciare fuori nessuno, comunque ci stiamo organizzando per dare a tutti la possibilità di partecipare”. Domani, dunque, prima tappa a Roma di “un percorso democratico che parta dai territori e che possa mettere in campo non una classe dirigente autoreferenziata e nominata, ma che sia eletta e condivisa dalla gente”. Già fissati i prossimi appuntamenti: il 27 e 28 febbraio in Veneto, il 6 marzo in Calabria, il 7 marzo in Campania, l`8 marzo in Sicilia, il 14 marzo in Piemonte, il 16 marzo in Basilicata.