di Enzo Marino
Alla fine la battuta ci scappa: “I quindici giorni sono quasi passati e non è arrivata la lettera di licenziamento…”. Alla convention dei “Ricostruttori”, Raffaele Fitto, madido di sudore dopo un’ora e mezza sul palco, ci scherza un po’ su ma non arretra di un millimetro dalla sua convinzione: “Nessuno può cacciarci, stiamo e staremo in Forza Italia”. Ma volendo cambiare tutto: la linea politica “che nell’ultimo anno è stata tutta sbagliata”, perché il partito deve tornare all’opposizione del governo Renzi e i quadri che vanno azzerati e scelti con le primarie. Berlusconi è allergico alle primarie? “E’ il bello del confronto dentro il partito”, commenta Fitto. L’ex ministro chiama a raccolta i suoi (40 parlamentari tutti presenti) e chi vuole ricostruire il partito: alla fine i 1.500 posti a sedere dell’auditorium Massimo, all’Eur, sono tutti occupati e tanti si assiepano in piedi. Accanto a lui la moglie Adriana, in platea ci sono i dissidenti azzurri, vedi Maurizio Bianconi, i fedelissimi di Fitto, dirigenti Fi di Campania, Calabria, Sicilia, Toscana e anche qualche volto che non ti aspetti: Francesco Storace, leader della Destra, mai avaro di battute (“sono qui perché so che qui non incontro Renzi…”) e Roberto Tortoli, toscano, tra i fondatori di Forza Italia.
IL ROCK La convention ha un sapore un po’ rock – quasi da rottamatori – almeno nelle colonne sonore e nei video, uno dedicato ai ricostruttori tra le due guerre e a chi ha fatto vincere l’Italia – come Pietro Mennea – uno a Forza Italia. L’idea della rottamazione comunque viene subito allontanata. L’inno iniziale, a parte quello nazionale, è la canzone delle origini (“quelli dopo non ci piacciono” spiegano in platea) e la scelta delle immagini della discesa in campo di Silvio Berlusconi (con l’incipit ormai storico “l’Italia è il Paese che amo”) la dicono lunga: “Siamo intrisi di spirito azzurro – chiosa qualcuno – come possono pensare che ce ne andremo”. Solo che dopo venti anni di vittorie c’è la doccia fredda del Pd di Renzi al 40% e allora, via, “bisogna cambiare”.Si rivolge proprio a Berlusconi Fitto nel passaggio cruciale del suo discorso: “Gli ho detto privatamente e lo ripeto pubblicamente che siamo a un bivio e lui può scegliere di chiudersi in atti imbarazzanti come il commissariamento della Puglia e lasciare campo a Salvini o guidare il partito e il Paese dentro la Terza Repubblica”.
L’AUT-AUT DEL CAV “Deluso e dispiaciuto” dall’aut-aut dell’ex Cavaliere (“quindici giorni per cosa? Per uscire? Non si danno a nessuno quindici giorni”) Fitto respinge al mittente commissariamento e “minacce” sulle candidature alle Regionali (“sarebbe mortificante escludere persone che la pensano diversamente da un’elezione con le preferenze”) e ribadisce: “Non ci fermano, andiamo avanti, non siamo contro nessuno, non vogliamo rompere o rovinare nulla ma vogliamo ricostruire Forza Italia e il Paese”.Votare le riforme proposte da Renzi “è un suicidio per Forza Italia – insiste – noi non siamo contro le riforme ma devono rappresentare un punto di incontro ed essere coerenti con la nostra storia e con le nostre battaglie”. Tutto si conclude in un paio di ore, con l’appuntamento ai prossimi incontri nel tour d’Italia e con i capricci dell’audio, che all’inizio non funziona (non parte nemmeno l’inno nazionale). Una pecca magari da non ripetere, per chi contesta la linea di Sua emittenza.