Forza Italia insorge contro la procura di Milano: “Vogliono fermare Berlusconi”

Forza Italia insorge contro la procura di Milano: “Vogliono fermare Berlusconi”
22 febbraio 2015

Un film visto e rivisto. Sia da una parte che dall’altra. Silvio Berlusconi torna protagonista, la procura di Milano indaga, Forza Italia insorge. Decidete voi se le cose sono correlate. Per il partito del Cavaliere, ovviamente sì. Così ieri un gruppo di parlamentari azzurri ha rilasciato una dichiarazione congiunta che è un duro atto d’accusa nei confronti dei magistrati milanesi. La dichiarazione è arrivata all’indomani della lettera con cui Marysthell Polanco ha chiesto a Ilda Boccassini di essere sentita nell’ambito delle indagini del cosiddetto Ruby Ter, terzo capitolo della saga legata alla vicenda della giovane marocchina Ruby. Non solo, da giorni prosegue la pubblicazioni di indiscrezioni, anch’esse frutto delle indagini, secondo cui Berlusconi continuerebbe a pagare le cosiddette “olgettine”.

LA REPLICA Ecco quindi la replica di Forza Italia firmata da Ignazio Abrignani, Massimo Biasotti, Domenico De Siano, Gregorio Fontana, Andrea Mandelli, Massimo Palmizio, Massimo Parisi, Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo, Maria Rizzotti, Jole Santelli e Luca D’Alessandro. “Non appena il presidente Berlusconi ha annunciato la ripresa della sua attività politica, dopo aver scontato una condanna ingiusta, che sarà cancellata in Europa – esordiscono -, la procura di Milano ha posto in essere una intensa attività per impedirglielo e, fatto ancor più grave, per incidere sull’imminente decisione della Corte di Cassazione, a seguito dell’assoluzione nel processo Ruby”.

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LA VERIFICA I parlamentari anticipano che “chiederemo pertanto al ministro della Giustizia e al Parlamento di farsi carico di un’immediata verifica di quanto sta accadendo. Dopo aver costruito una vicenda inesistente, volta a rovinare l’immagine del presidente Berlusconi e la vita di decine di ragazze la cui unica colpa è stata quella di aver accettato un invito a cena dall’allora presidente del Consiglio e di aver detto la verità in tribunale, improvvisamente, ma con perfetto tempismo, si compiono assurde perquisizioni e si tenta, propalando notizie infondate, di convincere ad una collaborazione forzata e menzognera le partecipanti alle serate”.

LA STRATEGIA “Si assiste altresì – prosegue la nota – a una continua pubblicazione del contenuto di atti di indagine, incontrollati e incontrollabili, con palese e colpevole violazione del segreto istruttorio. La solerte procura di Milano, che nel caso Unipol ha indagato e fatto condannare il presidente Berlusconi per la pubblicazione di una sola frase (‘abbiamo una banca’), vicenda che gli era assolutamente estranea, sembra del tutto disinteressata a queste gravi violazioni, salvo che non si tratti di una precisa strategia volta a condizionare il giudizio della Cassazione o la libera determinazione delle ospiti di Villa San Martino. Comunque non è dato comprendere come sia possibile pubblicare notizie che non hanno alcuna attinenza con le indagini e criminalizzare comportamenti del tutto legittimi, quale quello di aiutare con denaro più che leciti persone in difficoltà. Ancora una volta vicende trasparenti vengono strumentalizzate in modo inaccettabile”.

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