Tutti contro l’etichetta a semaforo d’Oltremanica
Tutti contro l’’etichetta a semaforo’. E così continua senza sosta la battaglia delle associazioni dei consumatori contro il sistema(traffic light labelling) promosso dal Governo britannico. Ben otto associazioni italiane dei consumatori, hanno inviato una lettera indirizzata ai vertici delle Istituzioni europee ed italiane per ribadire il proprio no. “La maggioranza delle associazioni non condivide la posizione del BEUC ma ritiene che il sistema britannico dei semafori rischia di dare luogo, quale risultato paradossale, ad una demonizzazione di buona parte dei prodotti della tradizione italiana”, spiega Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum. In campo anche il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. “La posizione del Governo italiano sull’etichetta nutrizionale o a ‘semaforo’, voluta dal Regno Unito, è di contrarietà – dice il ministro -. Già in occasione del prossimo Consiglio dei Ministri europei dell’Agricoltura e della Pesca ho intenzione di coinvolgere su questo tema anche gli altri Paesi che hanno già espresso contrarietà, per ribadire la necessità di sospendere l’utilizzo di uno strumento che potrebbe andare a ledere anche alcune tra le nostre tradizionali eccellenze alimentari, in modo particolare i prodotti a denominazione di origine”. Il rischio, secondo Martina, “è che vengano date ai consumatori informazioni approssimative e fuorvianti sulle caratteristiche e le peculiarità dei prodotti agroalimentari, con conseguenze dannose anche per le nostre aziende”.
Come lo stesso ministro ha ribadito, ad opporsi in Europa a questa tipologia di etichettatura non è soltanto l’Italia. Anche il mondo agroalimentare francese va all’attacco. Contro la misura applicata oltre Manica, ai due ricorsi italiani già presentati a Bruxelles, infatti, si sono ora aggiunti quelli avanzati dall’associazione francese dei trasformatori delle industrie lattiero casearie (Atla) e quella delle industrie agroalimentari francesi (Ania). La motivazione che ha spinto Cameron a introdurre il traffic light labelling, ovvero l’indicazione grafica, sui cibi del contenuto in grassi, proteine, zuccheri e calorie, con relativa scala di colore, dal verde che sta per consigliato al rosso che ne consiglia il consumo con attenzione, doveva servire proprio a sconfiggere l’obesità nel Regno Unito, arrivata a livelli di guardia. Ma i governi di mezza Europa hanno mangiato la foglia, vedendovi nascosta una misura protezionistica che andrebbe a danneggiare i prodotti tipici. Infatti, può accadere che una bibita gassata, senza zucchero ma ricca di conservanti e aromatizzanti, possa essere anche più consigliata del latte intero che invece avrà semaforo rosso per il suo tenore in grassi. A rischio di bollino rosso anche l’olio extra vergine d’oliva, i formaggi, il pesce affumicato, la frutta secca e tanti grandi prodotti Dop e Igp quali Grana, Parmigiano, prosciutti, salumi.