Renzi debutta al Cremlino, incassa assist Putin su Libia ed Expo (VIDEO)

Renzi debutta al Cremlino, incassa assist Putin su Libia ed Expo (VIDEO)
5 marzo 2015

di Cristina Giuliano

Alla vigilia in molti erano pronti a scommettere su un bilaterale di forma, piuttosto freddino se non da gelata. E invece il debutto in casa Putin di Matteo Renzi ha ribaltato le previsioni e il premier è ripartito da Mosca portando a casa almeno due risultati importanti: l’assist di Vladimir Putin nella lotta al terrorismo in Libia e la partecipazione del leader del Cremlino all’Expo 2015, nel giorno del Padiglione russo, il prossimo 10 giugno. In leggerezza risolve anche le insidie che potevano nascondersi in un viaggio comunque complesso, che toccava prima Kiev e poi la capitale russa, sullo sfondo di una crisi ucraina, sopita ma per ora non completamente risolta. Alla luce di una guerra che ormai va avanti da un anno, in Europa. E invece, attingendo a uno dei must della letteratura russa, Renzi cita Feodor Dostoevsky: chiede in prestito, per l’attualità politica, una delle sue citazioni più famose, “la bellezza salverà il mondo”. E per bellezza Renzi intende quella di chi “cerca di fare del suo meglio ogni giorno” per migliorare la situazione delle crisi internazionali. Il premier italiano è prudente nelle sue dichiarazioni, ma dice di aver “apprezzato” lo sforzo di Putin, ma anche di Angela Merkel, Francois Hollande e Petro Poroshenko.

OMICIDIO NEMTSOV “Penso che sia molto importante sottolineare, il passo in avanti decisivo, voglio sperare, dell’accordo di Minsk” ha detto al termine dei colloqui al Cremlino, in una giornata che si era aperta con un gesto chiaro: la deposizione di un mazzo di sei garofani rosa (in Russia ai morti i fiori vengono portati in numero pari) con la coccarda italiana sul luogo dell’uccisione del politico russo Boris Nemtsov, ex golden boy di Boris Eltsin passato all’opposizione e strenuo sostenitore della Maidan. Proprio quell’omicidio ha determinato un clima pesante a Mosca in questi giorni. Ma nella visita, sotto il cielo plumbeo moscovita, Renzi è riuscito a strappare anche un sorriso di Putin, parlando delle donne italiane. Anzi, il presidente del Consiglio ha fatto invertire una tendenza: in genere sono gli uomini italiani a sperticarsi di lodi per le donne russe. Questa volta la discussione è andata al contrario: Putin, sollecitato dal premier Renzi, che ricordava con grande orgoglio Samantha Cristoforetti, prima donna astronauta italiana, ha replicato sornione: di quel calibro “ne avete una gran quantità”. Aggiungendo poi che Cristoforetti è “una degna rappresentante” dell’altra metà del cielo e del nostro Paese. E intanto su Twitter i russi si scatenano divertiti dal fatto che i due leader si siano messi a parlare in modo originale del gentil sesso, proprio a pochi giorni dall’8 marzo.

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Un’altra donna invece, Nadezhda Savchenko, non è stata tra i temi dell’incontro tra Putin e Renzi, secondo il Cremlino. Si tratta della pilota, icona ed eroina per gli ucraini, ma accusata di concorso in omicidio da un tribunale russo per la morte di due giornalisti della tv statale russa durante gli scontri nel Donbas. I suoi arresti sono stati prolungati fino al 13 maggio.
Savchenko era apparsa in tribunale con una maglietta patriottica ucraina, visibilmente provata dallo sciopero della fame che porta avanti da oltre 60 giorni. Nel giorno prima a Kiev Petro Poroshenko dopo l’incontro con Renzi, aveva annunciato l’invio di una lettera con la richiesta di liberazione e aveva chiesto di sollevare la questione.

TEMI DOLENTI Savchenko e la sacca di Debaltseve sono in realtà i due punti che l’accordo di Minsk tra Merkel-Putin-Hollande-Poroshenko non ha chiarito fino in fondo, e rimangono temi dolenti. Mentre l’azione avviata da Renzi sulla Libia si potrebbe tradurre come un grande successo. “Il ruolo della Russia al Consiglio di sicurezza dell’Onu può essere decisivo” per i dossier libici, ha spiegato Renzi, proprio mentre l’esercito libico ha annunciato un cessate il fuoco di tre giorni per “dare una chance al dialogo” negoziale sotto l’egida dell’Onu. Il senso del messaggio di Renzi si inquadra anche in una strategia vincente di Mosca che in questi mesi ha costruito un asse con l’Egitto, “anche a partire dal viaggio del presidente Putin” al Cairo. Non a caso quella tra Putin e Abdel Fattah al Sisi è stata definita da Al Jazeera “a fine bromance”, una bella relazione fraterna. Il leader del Cremlino al presidente egiziano ha regalato anche un kalashnikov: un segnale chiaro, combattiamo insieme contro le minacce comuni. A partire dal terrorismo. Mentre a febbraio Renzi ha inviato un messaggio ad al Sisi, contenente un invito a credere nei negoziati sulla Libia affidati all`inviato speciale dell`Onu, Bernardino Leon. E se davvero riuscisse a coinvolgere i due capi di stato, la sua azione diplomatica potrebbe fare la differenza in quella che lo stesso Renzi definisce: la “vera e propria emergenza” ossia “il dossier libico”.

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