Putin ricompare ma restano dubbi su 10 giorni di silenzio

Putin ricompare ma restano dubbi su 10 giorni di silenzio
16 marzo 2015

Una stretta di mano al collega kirghiso e una battuta: “senza pettegolezzi ci si annoierebbe”. Così Vladimir Putin è tornato in scena dopo 10 giorni di silenzio e di voci sempre meno più allarmanti sul suo stato di salute e sulle motivazioni della sua assenza. Il presidente russo ha incontrato oggi nella residenza di Strelna, alle porte di San Pietroburgo, il capo dello Stato del Kirghizistan, Almazbek Atambayev, un evento che da giorni era atteso come “il momento della verità”. Le rassicurazioni ufficiali, le dichiarazioni tramite agenzie, anche le riprese video di un colloquio venerdì scorso con il capo della Corte Suprema non avevano affatto fugato i dubbi che ci fosse un grosso problema alla base della “scomparsa” di Putin. Bombardato dalle domande della stampa, stamane il portavoce Dmitri Peskov ha elencato tutte le ipotesi fiorite nei giorni scorsi, liquidandole con un sorriso sarcastico.

LE INDISCREZIONI “Avete visto il presidente paralizzato, bloccato dai generali? E’ appena arrivato dalla Svizzera, dove ha assistito a un parto, come ben sapete”, ha detto, alludendo alle voci di un ictus, di un golpe, di una fuga nel Canton Ticino dove la “compagna segreta” Alina Kabayeva avrebbe partorito una bimba, secondo il gossip terza di tre figli avuti dal leader del Cremlino. Quanto ai rumors sull’arrivo di un osteopata dalla Svizzera, Peskov ha rilanciato: “certo, c’era anche lui tra i generali che hanno preso in ostaggio Putin”. Le immagini dell’incontro con Atambayev hanno mostrato effettivamente un Putin senza problemi evidenti, ligio alla prassi di ogni colloquio ufficiale: ingresso in sala in contemporanea con l’ospite, sorrisi, stretta di mano e subito seduti sulle poltroncine settecentesche del palazzo di Kostantinovsky per il faccia a faccia e le brevi dichiarazioni di rito. Il presidente del Kirghizistan ha esortato la stampa a seguire meno le voci e ha assicurato che Putin “non solo è al volante, ma corre, eccome!”.

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LA RICOMPARSA La ricomparsa in pubblico arriva nel primo anniversario del referendum in Crimea per il distacco dall’Ucraina e l’annessione alla Russia. In un documentario mandato in onda ieri sera – “Crimea, ila via verso la Madrepatria – il presidente russo ha dichiarato di essere stato pronto a qualsiasi scenario, anche a mettere in allerta le forze nucleari in caso ci fosse stata la minaccia di un intervento americano o straniero per bloccare “il ricongiuntimento” alla Russia della penisola sul Mar Nero. Cancellate le ipotesi più estreme – negli ultimi giorni su Twitter impazzava la voce della morte di Putin – resta un punto interrogativo sulle reali ragioni della prolungata assenza del leader del Cremlino. Secondo alcuni analisti il presidente ha problemi di schiena o in generale di salute e ha preferito sparire piuttosto che mostrarsi in pubblico in difficoltà. Per altri, con l’uccisione dell’oppositore Boris Nemtsov è cominciato un periodo di “torbidi” e instabilità, con Putin nel mirino. Così il capo dello Stato si sarebbe tenuto da parte per una settimana, per poter manovrare nell’ombra e riprendere in mano la situazione in maggiore tranquillità. C’è anche chi fa notare come la notizia dell’omicidio Nemtsov sia passata in secondo piano, oscurata proprio dal giallo sulla salute del presidente. Intanto su Twitter, dopo una settimana di strapotere dell’hashtag #Putinmorto ora è scattata la rincorsa dei tweet con #Putinvivo.

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