E’ “guarito” Ashya King, il bambino britannico colpito da un tumore al cervello, protagonista lo scorso di una odissea giudiziaria, quando i genitori decisero di interrompere, contro il parere dei medici, la chemioterapia avviata in una clinica inglese, per farlo sottoporre a Praga a una terapia protonica, ritenuta più efficace. L’ultima tac ha rivelato che il cervello del piccolo di cinque anni non presenta più tracce del tumore, hanno riferito alla stampa britannica i genitori, i quali hanno raccontato che Ashya ha ripreso a parlare e da qualche tempo gioca tranquillamente con i fratelli e le sorelle. “Del tumore al cervello non c’è più traccia”, ha detto il padre Bett, nel corso di una intervista rilasciata in Spagna dove la famiglia vive dopo aver lasciato l’Inghilterra. Il bambino lo scorso autunno è stato sottoposto in un centro specializzato di Praga a una cura di sei settimane di protonterapia, che utilizza fasci di protoni per distruggere le cellule malate, per un totale di trenta irradiazioni.
Al momento delle dimissioni, i medici della Repubblica Ceca gli attribuirono il 70-80 per cento di probabilità di sopravvivenza. La vicenda di Ashya era finita sui giornali di tutto il mondo. I genitori, per sottrarlo alla chemioterapia praticatagli in Inghilterra, non avevano esitato ad affrontare una drammatica fuga della speranza, che li portò a un braccio di ferro con le autorità britanniche. La loro fuga all’inizio venne infatti clamorosamente bloccata in Spagna, dove padre e madre subirono un temporaneo arresto su richiesta dell’autorità giudiziaria britannica, con l’accusa di aver sequestrato il bambino. Poi il rilascio e il permesso di poter proseguire il viaggio per Praga, per poter curare il figlio.