Freschi dell’uscita di “Ancora ridi”, album uscito nel 2013, il Muro del canto ha deciso di ripubblicarlo anche in vinile (prodotto da Hellnation) composto dall’inedito recitato “Vivere alla grande” (Lato A) e dalla versione del Muro di “Le Mantellate” (Lato B) brano scritto nel 1959 da Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi. Una decisione nata sia sull’onda dell’interesse che in giro c’è per l’oggetto vinile, sia perché era una richiesta esplicita che i fan gli rivolgevano continuamente, come dicono ai microfoni di Fanpage che li ha intervistati in occasione del loro concerto al Blackout Rock Club di Roma, all’interno della Rassegna itinerante AUSGANG.
Un disco più rock, rispetto all’ottimo “L’Ammazzasette”, fatto, come racconta Daniele Coccia, leader della band, “pensando al live. Siamo andati incontro a quello che vedevamo nascere nei concerti. È un album un po’ più rock, ma… siamo rockettari”. Una delle caratteristiche della band è la propria romanità che si manifesta sia nel cantato che nei testi delle loro canzoni, che riescono, però, ad attecchire anche al di fuori degli ambienti romanocentrici: “Per quanto riguarda Roma traspare la difficoltà di viverci, la complicazione di esserci nati, ma anche comunque quello che ci dà, che è positivo. È complicata ma è una città che offre tante possibilità” dice Coccia prima di parlare del film che a una certa romanità ha fatto vincere l’Oscar, ovvero “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino: “Non è affresco realistico, ma Roma – coi monumenti – ne esce benissimo. Io quella Roma borghese non la conosco. Sinceramente noi c’abbiamo altre problematiche”. fanpage.it