Un senatore indipendente si appresta a sfidare Hillary Clinton nella corsa democratica alle elezioni presidenziali del 2016: si tratta di Bernie Sanders. Secondo i media locali, il Senatore del Vermont annuncerà la sua discesa in campo domani. A fine maggio poi lancerà a Burlington, città di cui era stato sindaco nel 1981, la campagna per diventare il candidato democratico chiamato ad affrontare lo sfidante repubblicano nella corsa alla Casa Bianca. Sanders, 73 anni, si autodefinisce un “democratico socialista”. Vicino alle posizioni progressiste della senatrice Elizabeth Warren del Massachusetts – di cui molti vorrebbero la candidatura che lei ha escluso – da tempo preme su Clinton affinché si sposti verso sinistra nella politica economica spingendo, per esempio, per l’adozione di regole più severe a Wall street e per reti di sostegno sociale più robuste. Il messaggio portante di Sanders sarà semplice, ma forte: la classe media americana è stata decimata negli ultimi 20 anni mentre i più abbienti e le aziende hanno continuato ad arricchirsi. Questo chiama in causa la sua contrarietà agli accordi di libero scambio tanto cari al presidente Barack Obama.
In un’intervista dello scorso 23 aprile, Sanders aveva dichiarato: “Se si vuole capire perché la classe media sta scomparendo in America e perché abbiamo più disparità di redditi e patrimoni negli Stati Uniti di quella che c’è stata alla fine degli anni ’20, bisogna affrontare la questione del commercio”.
Senatore dal 2007, arco temporale più lungo per un indipendente, Sanders si è detto contrario alla Trans-Pacific Partnership, che eliminerebbe le barriere commerciali tra Usa, Canada e alcune nazioni della regione Asia-Pacifico. “Una delle ragioni per cui la classe media in America continua il suo declino e il divario tra i super ricchi e chiunque altro si staampliando è per via di disastrosi accordi commerciali che hanno spedito milioni di posti di lavoro pagati in modo soddisfacente in Cina e altre nazioni a basso reddito”, aveva dichiarato la scorsa settimana. “Tutte le principali aziende vogliono continuare questa politica commerciale. Wall Street vuole continuare questa politica commerciale. I gruppi farmaceutici vogliono continuare questa politica commerciale. Ma le organizzazioni che rappresentano i lavoratori americani e l’ambiente non vogliono. Loro vogliono nuove politiche commerciali”, aveva aggiunto. Cresciuto in una famiglia ebrea a Brooklyn, New York, con un padre immigrato dalla Polonia che si manteneva vendendo quadri, Sanders si trasferì in Vermont negli anni ’60 dopo essersi laureato all’università di Chicago (Illinois).
Quel trasferimento rientrava nella controcultura dell’epoca, dove il movimento “back-to-the-land” ha trasformato lo Stato da repubblicano al più democratico della nazione. Sandersè a favore di un sistema sanitario universale, di un maxi programma di infrastrutture, di un sistema tributario più progressista, dell’aumento del salario minimo orario, di un’educazione superiore meno costosa e di riforme volte ad arginare gli effetti della decisione Citizens United della Corte Suprema (che proteggendo i finanziamenti politici nell’ambito del primo emendamento ha permesso alle aziende di investire una quantità senza limiti di denaro nelle attività politiche a patto che lo facciano indipendentemente da un partito o un candidato). Per quanto Clinton resti la candidata democratica più favorita, Sanders è destinato ad aggiungere un po’ di colore. E in alcune cerchie progressiste così come nei campus dei college, ha già sollevato l’entusiasmo.