Pio La Torre, 33 anni dopo l’agguato. Il figlio: “Ancora oggi occorre liberare la Sicilia dalla mafia” (VIDEO)

Pio La Torre, 33 anni dopo l’agguato. Il figlio: “Ancora oggi occorre liberare la Sicilia dalla mafia” (VIDEO)
30 aprile 2015

Alle 9.20 del 30 aprile 1982, con una Fiat 131 guidata da Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo la sede del partito. Quando la macchina si trovò in una strada stretta, una moto di grossa cilindrata obbligò Di Salvo, che guidava, ad uno stop, immediatamente seguito da raffiche di proiettili. Da un’auto scesero altri killer a completare il duplice omicidio. Pio La Torre morì all’istante mentre Di Salvo ebbe il tempo per estrarre una pistola e sparare alcuni colpi, prima di soccombere. Al funerale presero parte centomila persone tra cui Enrico Berlinguer, il quale fece un discorso. È stato sepolto nel Cimitero dei Cappuccini di Palermo. Poco dopo l’omicidio fu rivendicato dai Gruppi proletari organizzati. Il delitto venne però indicato dai pentiti Tommaso Buscetta, Francesco Marino Mannoia, Gaspare Mutolo e Pino Marchese come delitto di mafia: La Torre venne ucciso perché aveva proposto il disegno di legge che prevedeva per la prima volta il reato di “associazione mafiosa” e la confisca dei patrimoni mafiosi. Dopo nove anni di indagini, nel 1995 vennero condannati all’ergastolo i mandanti dell’omicidio La Torre: i boss mafiosi Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Giuseppe Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.

I FIGLI “La memoria e’ lo strumento fondamentale della cultura della legalita’ contro la negazione dei diritti. Oggi, come tutti gli anni, e’ un momento di bilancio degli ultimi dodici mesi della coerenza tra belle parole e azioni. Ho riletto l’ultimo discorso di mio padre per capire dove siamo arrivati e 33 anni anni dopo mi sembra che non ci siamo. Ancora oggi occorre liberare la Sicilia dal potere mafioso”. Lo afferma il figlio di Pio La Torre, Franco, ricordando il sacrificio del padre nel trentatreesimo anniversario dell’agguato mafioso. “Ero piccola allora –dice Tiziana la figlia di Rosario Di Salvo- eppure il piu’ grande insegnamento che mi ha lasciato mio padre e’ il coraggio nella lotta alla mafia, senza curarsi dei rischi e delle minacce. Oggi tocca a noi, abbiamo noi il compito di portare avanti questa lotta perche’ in questa nosta citta’ e questa nostra Isola non debbano piu’ vedersi altre lapidi”.

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CROCETTA “Commemorare Pio La Torre vuol dire ricordare un politico che ancora oggi deve essere punto di riferimento per tutti coloro che vogliono fare politica, in Sicilia e nel Paese. La lotta politica infatti per Pio non era separabile dalla questione morale e dalla lotta contro il malaffare e la mafia”. Lo il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. “La riflessione su Pio La Torre – aggiunge – non può che essere un monito alla coerenza che ci deve sempre essere tra teoria e pratica, la difesa dei deboli, dei più poveri, come scelta di campo per una giustizia non soltanto formale ma anche sostanziale. Una giustizia che rimuova le cause di tutte le disuguaglianze”.

ORLANDO  “C’e’ un filo conduttore che lega il 25 aprile, il 30 aprile e il 1 maggio: episodi fondamentali per il nostro presente e il nostro futuro. Il 25 aprile abbiamo ricordato il contrasto allo Stato fascista, oggi ricordiamo il contrasto allo Stato mafioso, in quanto Pio La Torre e Rosario Di Salvo sono stati uccisi da uno Stato che aveva il volto della mafia, cosi’ come e’ accaduto per Piersanti Mattarella, e domani, Festa del Lavoro, a Pozzallo, momento piu’ alto dei valori incarnati dalla nostra Carta costituzionale, ricorderemo il genocidio dei migranti in corso nel Mediterraneo, nella completa indifferenza dell’Europa”. Lo ha detto il sindaco di Palermo e presidente AnciSicilia, Leoluca Orlando. (contributo Wikipedia)

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