La Carmen secondo Amodio e Abbagnato. La stella palermitana gioca in casa interpretando l’affascinante gitana

23 marzo 2014

È veramente il destino a determinare l’incontro tra Carmen e Don Josè? Così come èil destino che trasforma una semplice violinista di fila a trasformarsi in Carmen rivivendo la passione e la vitalità dell’eroina di Bizet dopo avere preso parte allo spettacolo? O è qualcosa che deliberatamente e coscientemente la donna sceglie? La donna Carmen, la donna Violinista. Il gioco del destino sarebbe la scelta più classica, ma la coreografia di Amedeo Amodio andata in scena al Teatro Massimo di Palermo con Eleonora Abbagnato nei panni della splendida e forte gitana, aprirebbe uno scenario diverso.
La volitiva Carmen sembra infatti determinare ogni momento del suo incontro con Don Josè, sino a quello finale, la morte. Scegliendolo sin dall’inizio. Dal suo osservarlo insistentemente mentre parla con Micaela, al litigare per lui con quest’ultima, al sceglierlo ancora una volta al posto di Zuniga, all’andargli incontro invitandolo ad ucciderla. Carmen sceglie, perché è libera di farlo. E conduce il gioco, mortale, sin dall’inizio. Eleonora Abbagnato bene si cala nello spirito che anima questo personaggio vivo e vivido, con forza, tenacia, cercando di coglierne le sfumature, dando voce e corpo ai desideri coreografici di Amodio.

La Carmen di Amodio è la donna fiera e selvaggia di Bizet e Merimee, ma anche una donna come noi. Tutte possono essere Carmen, o tutte possono sognare di esserlo. Amodio punta sui momenti salienti della partitura di Bizet per la coreografia esaltando gli assoli – splendido quello di Don Josè sull’aria di Le fleur…. Interpretato magnificamente dal partner di Eleonora Abbagnato, il ballerino francese Nicolas Le Riche – come anche i momenti corali. In questi ultimi – protagonista il corpo di ballo del Massimo – l’atmosfera spagnoleggiante fa capolino dai movimenti fluidi che da sempre caratterizzano il suo stile. Come anche durante la vestizione del toreador Escamillo – o lo stesso assolo, anche se in modo più morbido di Micaela interpretata da Ashley Bouder, principal dancer del New York City Ballet.

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La coreografia di Amodio è stata creata nel 1995 per l’Aterballetto, la compagnia creata dallo stesso coreografo, e riproposta in numerosi teatri nel mondo fra cui la Scala, arriva per la prima volta in Sicilia nella interpretazione del Corpo di ballo del Teatro Massimo. Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo il russo Mikhail Agrest, bacchetta emergente del Teatro Marijnsky di San Pietroburgo, non riesce a cogliere le sfumature della partitura di Bizet e poco disciplina l’orchestra del Massimo che a briglia sciolta non sempre centra ritmi e nouances della stessa, in particolare la sezione dei fiati e degli ottoni. Le scene e i costumi sono firmati da Luisa Spinatelli, che gioca con semplicità tra il palco e la finzione del retropalco con alcuni girevoli che si prestano a delineare le diverse ambientazioni. L’ultima replica andrà in scena martedì 25 marzo alle 18.30.

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