di Maurizio Balistreri
Dopo aver messo in cassa integrazione tutti gli 81 dipendenti della sede di San Lorenzo in Lucina, nei giorni scorsi quelli del gruppo al Senato hanno ricevuto una lettera, firmata dal capogruppo Paolo Romani – secondo quanto apprende askanews – con cui vengono informati della trasformazione dei loro contratti di lavoro in contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti. Quello istituito col jobs act, per intenderci. Un provvedimento fortemente criticato e osteggiato dal partito, che infatti votò contro la riforma voluta da Renzi, ma che ora, dopo averlo bocciato nella aule parlamentari, lo sposa a pieno titolo per i propri dipendenti. Con l’accortezza di specificare anche che la trasformazione dei contratti in essere avviene “senza soluzione di continuità”. Il che significa senza il pagamento di Tfr o l’apertura di possibili contrattazioni di diverso tipo.
Se sotto il profilo strettamente economico il passaggio al contratto a tutele crescenti rappresenta per Forza Italia la possibilità di approfittare delle decontribuzioni a favore delle aziende, previste dal jobs act, e quindi di risparmiare, molti dipendenti sono di diverso avviso e danno una lettura diversa. In particolare guardano con preoccupazione la tempistica di questa decisione, che giunge alla vigilia delle elezioni regionali, dopo l’esito molto severo delle comunali. E che è stata comunicata con una lettera recapitata lo scorso 13 maggio, ma retrodatata al 30 aprile, con cui si informa del cambio di contratto a partire dal primo maggio. Il nuovo contratto di lavoro, che non riguarda le figure dirigenziali, tocca a palazzo Madama tutti i dipendenti del gruppo (uffici di commissione, legislativi, ufficio studi, ufficio stampa) assunti con contratti a tempo determinato ma con scadenza a fine legislatura. “Il che significa che ora potremo essere licenziati senza nessun problema da un giorno all’altro – lamentano -. Con queste elezioni in vista e con i venti di scissione di cui si legge sulla stampa, vista anche la sorte dei dipendenti di Santa Maria in Via prima e di San Lorenzo in Lucina poi, non è un messaggio rassicurante”.