Chi sperava che il futuro prossimo potesse diventare lo scenario di una mobilità tecnologicamente avanzata, ma perlopiù dominata da mezzi pubblici efficienti, green e performanti si dovrà ricredere, almeno leggendo i dati del Rapporto Aniasa-Censis sull’Evoluzione della mobilità degli italiani, presentato a Roma in occasione dei 50 anni dell’Associazione nazionale industria dell’autonoleggio e servizi automobilistici: nell’arco di 15 anni, useremo la macchina sempre di più, anche a causa di cambiamenti legati al contesto urbano e al pendolarismo. Nel 2030 la quota dei pendolari toccherà 30,9 milioni, con un aumento di quelli che si spostano per motivi di lavoro – e non per studio-che passeranno da 19,2 a 21,5 mln. I pendolari che utilizzeranno l’auto passeranno dai 17,5 milioni del 2011 ai circa 18,8 milioni del 2030: già attualmente, secondo il report, il 71,3% degli spostamenti per lavoro avvieni attraverso l’auto, per una serie di motivi interdipendenti. A meno quindi di non attuare politiche molto complesse e interconnesse sui temi del trasporto pubblico su ferro, della pianificazione urbana e delle infrastrutture in genere, c’è da credere che gli italiani continueranno a scegliere l’auto come primo mezzo per spostarsi.
A contribuire all’affermazione dell’auto, anche la ripresa economica, che dovrebbe quindi far sì che nel 2030 saranno in 28,2 milioni a spostarsi con il mezzo su 4 ruote, su una popolazione mobile di 42,4 milioni di persone. Paragonati al 2010, sono 2 milioni di italiani in più. Molti di essi si muoveranno anche nello scenario delle città metropolitane, che tra quindici anni dovrebbero catalizzare un bacino di popolazione da 33 milioni di persone. Tuttavia, cambierà il modo di percepire il mezzo: l’auto non sarà più uno status, ma un mezzo possibilmente da condividere oppure da pagare, in un’ottica pay peruse ormai sempre più diffusa. Inoltre, l’auto dovrà anche essere a propulsione elettrica o ibrida, fonte di emissioni basse, connessa e dovrà dialogare con la smart city, in quanto sarà proprio la connettività a metterla in comunicazione con i sistemi di regolamentazione del traffico ad esempio. Più auto quindi ma deve cambiare anche il contesto, grazie a sistemi tecnologici adeguati, ovvero, strade con sistemi di comunicazione e reti 4 G con cui leconnected car possano dialogare. La macchina sì, lo sharing pure, ma poi servono infrastruttura, normativa e visione digitale.