La Grecia tira dritto con il referendum sull’ultima offerta di aiuto dall’Ue. E intanto la Banca centrale europea non stacca la spina alle sue banche. L’istituzione monetaria ha infatti annunciato di aver deciso di mantenere inalterati i fondi di emergenza che lascia disponibili agli istituti di credito ellenici, i cui bancomat sono assediati da risparmiatori allarmati, precisando tuttavia che potrebbe rivedere le sue decisioni “in qualunque momento”. Il tutto a seguito di una riunione di emergenza convocata dopo la rottura dei negoziati tra Grecia e creditori, sancita dalla decisione greca di convocare il referendum. Proprio su questo, l’esecutivo greco ha incassato nel corso della notte il voto favorevole del Parlamento. Oltre a Syriza, a favore del referendum hanno votato anche i neo nazisti di Alba dorata. Voto contrario invece da parte dei conservatori di Nuova democrazia, dei socialisti del Pasok, del centro sinistra filo europeo To Potami e del partito comunista Kke. Diversi partiti di opposizione hanno sostenuto l’illegittimità stessa di questa sorta di plebiscito, che rischia di trasformarsi in un voto sulla stessa permanenza nell’euro, anche se il governo nega che in ballo ci sia la partecipazione alla valuta unica.
Vista la decisione della Bce, per ora le banche greche dovrebbero continuare a disporre di fondi. Ma in serata è prevista una riunione del Comitato greco sulla stabilità finanziaria, che oltre al ministero delle Finanze include la Banca centrale, e la stampa ellenica teme che scattino restrizioni sui movimenti di capitali. O addirittura una chiusura forzata degli sportelli (bank holiday). Del resto ci sta un precedente molto vicino alla Gecia, accadde con la crisi finanziaria di Cipro nel 2013. Comunque già domani la Bce potrebbe riesaminare la situazione dell’Ela e soprattutto il suo limite massimo. Da ieri la notizia sul referendum ha innescato nuovi peggioramenti delle fughe dai depositi. Ai bancomat di molti istituti si sono formate code e in alcuni casi sono finiti i contanti. La Bce ha risposto dichiarando che “lavorerà a stretto contatto con la banca di Grecia per garantire la stabilità finanziaria”. Francoforte inoltre segnala che nel caso di ricadute negative per il resto dell’area euro è pronta a far ricorso a “tutti gli strumenti a sua diposizione”. Smentite quindi le illazioni circolate nelle ore precedenti, secondo cui l’istitzuione stava per chiudere l’Ela. Il presidente della Bce, Mario Draghi ha sottolineato che il direttorio “appoggia con vigore l’impegno dei Paesi membri ad assumere le iniziative necessarie a gestire le fragilità delle economie dell’area euro”. Per parte sua, il governatore della Banca di Grecia Yannis Stournaras ha garantito che l’istitizione “prenderà tutte le misure necessarie a garantire la stabilità finanziaria per i cittadini greci, in queste circostanze difficili”.
Considerate “le circostanze attuali”, la Bce ha deciso di mantenere il limite massimo dell’Ela ai livelli stabiliti lo scorso 26 giugno (89 miliardi di euro). Al tempo stesso però “il Consiglio direttivo è pronto a riconsiderare la sua decisione”. Formula che lascia aperte tutte le possibiltà, da un aumento, ad una riduzione, ad una chiusura o una stretta sul valore dei titoli che le banche devono fornire in garanzia per ottenere i rifinanziamenti. Infine, il ministero degli Esteri della Germania ha già messo le mani avanti, diramando un avviso a tutti i cittadini che dovessero recarsi in Grecia a “prevedere contanti a sufficienza”. Il governo tedesco ha inoltre esortato tutti i cittadini in partenza per la Grecia a “tenersi informati sull’evoluzione della situazione tramite le raccomandazioni di viaggio del ministero e dei media”. Avvisi simili da parte del governo olandese secondo cui in Grecia si potrebbero avere problemi nei pagamenti con carta di credito. Da parte della Farnesina al momento non sono state diffuse comunicazioni di questo tipo.