Renzi sposa linea Merkel: un errore di Tsipras il referendum

Renzi sposa linea Merkel: un errore di Tsipras il referendum
1 luglio 2015

di Andrea Reale

Qualche mese fa, ricorda lo stesso Matteo Renzi, l’abbraccio lo vedeva al centro tra Angela Merkel e Alexis Tsipras. Ma il menage a trois “evidentemente non ha funzionato”. E allora oggi l’abbraccio è solo con Frau Angela, perchè la scelta del premier greco di insistere sul referendum chiude ogni possibilità: “E’ un errore, ma non sta a me decidere”, quasi allarga le braccia il premier. Che pure sembrava coltivare ancora qualche speranza di un cambiamento di rotta di Tsipras, “vedremo se si farà il referendum…”: in realtà, spiegano dalla delegazione che ha accompagnato il premier a Berlino, “ben venga un accordo, ma ormai non ci sarà”. Non che il premier non abbia lavorato per una soluzione diversa, e ancora stamattina spiegava in un discorso all’università Humboldt che il modo in cui la vicenda greca è stata gestita “non è certo il paradigma dell’Europa che vorremmo”. Renzi rivendica che “nei mesi, settimane e giorni scorsi abbiamo cercato di trovare un punto di intesa”, cercando di “far prevalere il buonsenso”. Ma di fronte alla determinazione di Tsipras, la scelta di Renzi è chiara: “Le regole vanno rispettate, altrimenti non si va da nessuna parte: non abbiamo tolto le baby pensioni agli italiani per lasciarle ai greci, non combattiamo l’evasione per permettere agli armatori greci di non pagare le tasse”.

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Parole che Merkel ascolta annuendo, per ricambiare con una serie di complimenti a chi invece i “compiti a casa” li ha fatti: la cancelliera definisce “impressionante” il modo in cui Renzi “ha imposto” un “programma molto ambizioso di riforme”. E dunque ora “le prospettive per quanto riguarda la crescita in Italia sono buone, la direzione è quella giusta”. Bacchettate invece per lo studente meno diligente: “Abbiamo la necessità che ampie riforme siano fatte in Grecia per una crescita sostenibile”. Renzi si ritrova dunque sulla linea Merkel, quella di attendere il referendum di domenica: “Dopo vedremo”. Stamattina il premier lo aveva definito “un azzardo politico” di Tsipras, dopo il colloquio con la Merkel è diventato “un errore” tout court. E il motivo è semplice, e suona come un avvertimento al collega greco: “Non è detto che lunedì, nel caso in cui la posizione di Tsipras vincesse, le misure per i greci saranno più semplici o meno pesanti”. Insomma, se anche i greci votassero per il no, non è scontato che i leader europei scendano a più miti consigli, come scommette Tsipras. Perchè la scelta, ha ribadito Renzi, “è tra euro e dracma”, non certo “tra chi è più simpatico tra due leader politici”.

Due leader che sembrano piacersi reciprocamente appaiono invece oggi proprio Matteo e Angela: il premier italiano “ringrazia di cuore” per il supporto decisivo della Merkel nel Consiglio Ue sull’immigrazione, ammette di aver “copiato” il modello tedesco sul rapporto scuola-lavoro, e conferma la volontà di “correre più di tutti” sulla strada delle riforme: “Punto al referendum su quelle istituzionali nel giugno 2016, ma non sono ancora soddisfatto: su P.A. e tasse c’è ancora molto da fare”. Angela ricambia con gli apprezzamenti sulle riforme italiane, e non smentisce il premier che sostiene che entrambi credono in una Europa che “non sia solo parametri e vincoli di bilancio”. Perchè Renzi, pur trovandosi insieme alla Germania sulla vicenda greca, non rinuncia alla “terza via” tra l’austerity che “ha fallito” e “l’irresponsabilità” sui conti che ha condotto la Grecia nella situazione attuale. “Crescita” e “investimenti” sono ancora il mantra del premier, una volta declinato insieme al francese Hollande. Ma ora sia la posizione sulla Grecia sia lo scontro sui migranti (che vede i francesi contro la linea italiana e la Merkel invece a sostegno) sembrano disegnare un nuovo asse. Perchè “con Angela guidiamo due grandi Paesi” e, se “abbiamo idee diverse”, “ne discutiamo davanti a un bicchiere di vino o di birra”.

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