In caso di vittoria del “Sì” al referendum indetto per domenica prossima in Grecia, il governo di Atene potrebbe rassegnare le dimissioni. La fine anticipata della legislatura in corso non è stata esclusa, anzi è stata giudicata “possibile”, oggi, dal ministro del Tesoro Yanis Varoufakis, che di una cosa si è detto certo: se trionferà il “Sì” – ha detto a Bloomberg tv – lui non sarà più ministro. “Potremmo dare le dimissioni, ma lo faremo in uno spirito di collaborazione con coloro che ci seguiranno”, ha ribadito il ministro anche alla radio australiana, facendo riferimento all’eventuale vittoria del fronte favorevole al piano di salvataggio prospettato dai creditori internazionali. “Crediamo che il verdetto del popolo debba essere rispettato”, ha insistito il ministro, secondo il quale i negoziati riprenderanno comunque dopo il referendum. “Nulla è finito”, ha commentato. Secondo l’ultimo sondaggio MacroPolis, pubblicato ieri sera, il fronte del “Sì” sarebbe in forte ascesa. Il 47% delle persone interpellate sarebbe infatti favorevole ad accettare le condizioni poste dai creditori, mentre il 43% avrebbe espresso l’intenzione di votare “no”.
Solo il 6,3% degli interpellati si è detto indeciso. Ma la grande incertezza sull’esito della consultazione popolare è stata confermata, ieri, da un altro sondaggio analogo pubblicato dal quotidiano Efimerida ton synatkton: il 46% dei consultati si è detto contro l’accettazione del piano, il 37% vuole che il governo di Atene lo sottoscriva e il 17% non ha una precisa idea al riguardo. Ma prima della chiusura delle banche la stessa questione vedeva il “no” al 57%, il “sì” al 30% e un 13% senza opinione. Resta da vedere come abbiano influito gli ultimi sviluppi del complicatissimo negoziato, delle nuove aperture sul piatto dell’eurogruppo e della conferma, da parte del premier Tsipras, della richiesta di votare “no”. Inoltre, e forse più di tutto, sull’esito del referendum pesano le difficoltà e i timori collegati alla prolungata chiusura delle banche, decisa dal governo di Atene all’inizio della settimana per mettere al sicuro la liquidità di emergenza degli istituti. Se al referendum di domenica prossima in Grecia vincerà il fronte del “no”, ha avvertito intanto il presidente francese François Hollande, “entreremo in un territorio sconosciuto”. “Se vincerà il sì, sarà più facile rimettere in campo il negoziato. Tocca ai greci rispondere”, ha commentato il capo dello Stato francese.