Osservatore Romano: questa non è l’Europa dei padri fondatori

Osservatore Romano: questa non è l’Europa dei padri fondatori
14 luglio 2015

Ha vinto l’Europa, ma “di certo non quella di Adenauer, De Gasperi, Schuman”, bensì quella guidata dall’asse Merkel-Hollande e fondata su “una strategia che ha messo all’angolo i populismi, aggirato la volontà degli elettori e fatto capire che l’Europa non si decide nelle piazze bensì nei ristretti circoli dei palazzi e nei mille equilibrismi dei negoziatori”. E’ l’analisi dell’Osservatore Romano sull’esito dell’eurosummit di Bruxelles dedicato alla Grecia. “A poco più di una settimana dal referendum nel quale i greci hanno detto no alle condizioni imposte dai creditori internazionali per un nuovo piano di salvataggio, il loro premier, Alexis Tsipras, ha dovuto cedere alle pressioni delle cancellerie e accettare un commissariamento de facto del proprio Paese”, scrive il quotidiano della Santa Sede in un articolo di Luca Possati. “Molto rumore per nulla, quindi. Il grande circo mediatico sollevato da Syriza e dai suoi alleati è svanito.

Vince l’asse Merkel-Hollande: una strategia che ha messo all’angolo i populismi, aggirato la volontà degli elettori e fatto capire che l’Europa non si decide nelle piazze bensì nei ristretti circoli dei palazzi e nei mille equilibrismi dei negoziatori. Tutto questo – si dice – in nome della salvezza dell’integrità europea. Ma di quale Europa? Di certo non quella di Adenauer, De Gasperi, Schuman, quella fondata sulla fiducia, la speranza e la solidarietà figlie di una grande visione internazionale, in grado di sfidare anche le opinioni pubbliche nazionali e gli interessi elettorali”. Quali sono ora le prospettive politiche che si aprono? “Chi pensava che Tsipras, forte del referendum, avrebbe avuto un peso negoziale più forte si è sbagliato. Le immediate conseguenze dell’accordo sono già sotto gli occhi di tutti: con molta probabilità il Governo di Syriza è destinato a spezzarsi, lasciando il campo a un possibile Esecutivo delle larghe intese legato a doppio filo alla nuova Troika. Più che smorzare i populismi e le spinte anti-europeiste, dentro e fuori la Grecia – conclude l’Osservatore Romano – questa situazione porterà a una loro radicalizzazione dalle conseguenze imprevedibili”.

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