In cinque anni, tra il 2010 e il 2014, i comuni hanno subito tagli per circa 8 miliardi di euro. E’ quanto rileva la Corte dei conti nella “relazione sugli andamenti della finanza territoriale”. La magistratura contabile sottolinea che “la tenuta della capacità di entrata del comparto si realizza con aumenti della pressione fiscale locale molto accentuati e ascrivibili alla necessità di conservazione degli equilibri in risposta alle severe misure correttive adottate dal governo centrale. Questa sostanziale distorsione nella programmazione del prelievo ha generato una pressione fiscale ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali”.