Ranieri, l’artista che sa conquistare il pubblico. Grande successo al Vittorio Emanuele di Messina

Ranieri, l’artista che sa conquistare il pubblico. Grande successo al Vittorio Emanuele di Messina
5 agosto 2015

Massimo-Ranieri2

di Laura Donato

“Sogno e son desto”. La frase del nonno pescatore, riferita al mare che ti fa sognare, ma per il quale devi stare desto, attento vigile, per evitare che ti sommerga, ha accompagnato per tutta la sua vita Massimo Ranieri, tanto da diventare il titolo di uno show televisivo e di una serie di recital che da qualche anno l’artista napoletano porta in giro per l’Italia, rinnovandolo e rinnovandosi ad ogni diversa tappa. Così è avvenuto anche all’Arena di Portorosa – Furnari in provincia di Messina, dove lo spettacolo di Ranieri è approdato come appuntamento della stagione estiva del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. Illuminata da una magica, splendida, misteriosa luna d’agosto – purtroppo non rossa, si sarebbe altrimenti sentita di più la mancanza in programma della celebre Luna Rossa – la serata si è svolta in un crescendo parossistico di cori, controcanti, battute di mani, urla di bis, in un’Arena Vittorio Emanuele piena come mai sino ad ora. Del resto Ranieri è un artista che sa conquistare il pubblico, e lo ha dimostrato in quasi 50 anni di carriera fittissima, come solo un artista completo come lui può e sa fare. E la sera dello scorso 1 agosto ha dato il 200% come sempre del resto in un suo spettacolo. Cantante, attore, entertainer, da bravo istrione, come recita l’omonima canzone di Charles Aznavour interpretata, Ranieri ogni volta vince la sfida del palco superandosi. Il palco, il suo habitat naturale, un luogo magico dove dar vita a poesie, canzoni, testi teatrali.

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È così quindi che tra i classici del suo repertorio – Erba di casa mia, Se bruciasse la città, Rose Rosse – o quelli dal Macchietta e della Canzone napoletana – ‘O Marenariello, I te vurria Vasá, Ciccio Formaggio, Quagliarulo se ne va – non sono mancati i classici di autori come Pino Daniele, I so pazz’, Francesco De Gregori, Teresa De Sio, ma anche Murolo con la macchiettistica E allora?, oppure Modugno. E poi ancora La voce del Silenzio. Due ore di spettacolo pieno cui non sono mancati Shakespeare, Alda Merini, Oriana Fallaci, con i loro versi. Accompagnato da una band di altissimo livello che vede Massimiliano Rosati (chitarra), Flavio Mazzocchi (pianoforte), Mario Guarini (basso), Luca Trolli (batteria), Donato Sensini (sax), che ha arricchito con un sound e arrangiamenti strepitosi la serata, Ranieri ha giocato, parlato, con il pubblico, ammaliandolo, da raffinato affabulatore, che sogna sì e resta desto, sempre alla ricerca di qualcosa che infonda gioia, allegria, nella vita. Le note di Perdere l’amore, e il coro del pubblico che si è spento sull’ultimo acuto, hanno chiuso l’ufficialità della serata. Ma è con Modugno, un omaggio alla terra di Sicilia, con Ringraziu a tia, Signuri…. un’estratto dalla commedia di Garinei e Giovannini, Rinaldo in Campo, e con I te vurria vasà, che Massimo Ranieri ha detto addio, o arrivederci al pubblico, mentre i riflettori si spegnevano e i cori in sordina continuavano, ripercorrendo a ritroso il programma della serata.

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