Lo stop a Imu e Tasi costa 4,3 miliardi annui. Caccia alle coperture

Lo stop a Imu e Tasi costa 4,3 miliardi annui. Caccia alle coperture
25 agosto 2015

Abbattere le tasse sulla casa è un obiettivo ghiotto per il governo ma ha un costo non indifferente, e così si apre inevitabilmente la caccia alle coperture. L’esecutivo Renzi conferma infatti l’intenzione di eliminare la Tasi e l’Imu per tutti, con l’intento di far tornare la prima abitazione libera da tassazione per i 25 milioni di italiani proprietari, così come avvenuto tra il 2008 e il 2011 e nel 2013. Da Pesaro il premier ha ribadito gli impegni annunciati a metà luglio: “Il prossimo anno togliamo Tasi e Imu per tutti. Dal 2017 si procederà con la riduzione della tassazione sulle imprese, per poi intervenire sull’Irpef nel 2018”. L’operazione, in arrivo con la prossima legge di Stabilità, ha però un costo di circa 4,3 miliardi di euro annui e dovrebbe articolarsi nella cancellazione della Tasi sulla prima casa (che vale circa 3,4 miliardi) e l’eliminazione dell’Imu sui terreni agricoli e i cosiddetti ‘imbullonati’. E la manovra dovrebbe portare con sé anche il progetto della ‘local tax’, la tassa unica sulla quale il dibattito è in corso dalla scorsa legge di Stabilità, ma che però a questo punto va completamente ridisegnata rispetto alle intenzioni precedenti. In sostanza, dopo le riforme degli anni passati, il taglio dell’Imu interessa solamente i 76mila immobili accatastati A1, A8 e A9, ovvero case di lusso, ville e castelli.

Per gli altri immobili si tratterebbe di cancellare la Tasi, (la tassa sui servizi indivisibili) che nelle entrate dei comuni ha sostituito l’Imu-Ici (al momento la tassa sulla prima casa pesa sulle famiglie almeno 200 euro). Novità in arrivo anche per gli immobili industriali, cioè quegli impianti che per funzionare devono essere fissati a terra (da gli la definizione di ‘imbullonati’) e che fino ad ora il Fisco aveva assimilato agli edifici contigui sottoponendoli a tassazione. Anche questi immobili dovrebbero essere esentati dal pagamento dell’Imu. I tecnici dell’Economia sono a lavoro per recuperare le risorse necessarie a coprire l’intervento ed è già avviata la partita con i comuni sull’individuazione delle coperture. Al momento sono diverse le ipotesi sul tavolo tra cui anche la possibilità di un’abolizione parziale, anche se oggi il premier ha parlato di cancellazione per tutti. Si tratterebbe di aumentare la soglia di reddito al di sotto della quale scatta l’esenzione totale per le due imposte. Si potrebbe così realizzare un intervento mirato e meno costoso che andrebbe a beneficio soprattutto dei ceti sociali medio-bassi.

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Sostenitore di un taglio parziale della Tasi è il sottosegretario Enrico Zanetti che nelle scorse settimane aveva proposto di ridimensionare la riduzione della Tasi e destinare i risparmi alla cancellazione Imu sui capannoni industriali. L’idea di eliminare Imu e Tasi non trova comunque d’accordo tutti. Secondo i consumatori “potrebbe trasformarsi in un boomerang a danno dei contribuenti, i quali potrebbero subire come conseguenza un inasprimento della pressione fiscale locale”. E c’è chi come la Cgia di Mestre ricorda che prima di abbassare le tasse è necessario sterilizzare le clausole di salvaguardia su Iva e accise. Intanto, in attesa di vedere come cambieranno Imu e Tasi il saldo del 2015, in scadenza il prossimo 16 dicembre, dovrà essere calcolato e versato secondo gli attuali criteri. I contribuenti dovranno far riferimento alle delibere Imu e Tasi adottate dai Comuni per l’anno d’imposta 2015.

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