di Paolo Zappitelli
Come Berlusconi, più di Berlusconi. Nel giorno scelto per riaffacciarsi sulla scena politica dopo una paio di settimane di vacanza, Renzi ha annunciato e promesso, attaccato e criticato, sciorinato numeri e battute. Ha iniziato all’ora di pranzo intervenendo al Meeting di Rimini, poi si è spostato a un incontro pubblico a Pesaro, infine ha chiuso a L’Aquila, dove è stato anche pesantemente contestato. Ma in tutti i suoi interventi c’è stato molto dei temi cari al Cavaliere. Iniziando proprio dal taglio delle tasse sulla casa: dal 2016, ha annunciato, verranno cancellate Imu e Tasi per tutti, compresa dunque quella sulle abitazioni di lusso, accatastate come A1, A8 e A9, perché ridurre il carico fiscale “serve ad aumentare la libertà di un Paese e non il consenso di un premier”. Un taglio che vale 5 miliardi, soldi che Renzi dovrà cercare da qualche altra parte. Ma c’è tanto Berlusconi anche nell’appello a non isolare la Russia, tema caro al Cavaliere che di Putin è amico da anni.
“Mettere l’Europa contro la Russia come vorrebbe qualche Paese – ha spiegato Renzi – è un errore tragico. Non è un fatto economico, il problema non sono le sanzioni. È un fatto culturale, le radici culturali che ci legano sono superiori a differenze che abbiamo”.Certo, per “riequilibrare” i suoi interventi è costretto anche a mandare qualche frecciata critica al Cavaliere: “In questi ultimi 20 anni – ha attaccato – il berlusconismo e l’antiberlusconismo hanno messo il tasto pause al nostro Paese, l’Italia ha trasformato la Seconda Repubblica in una rissa permanente ideologica sul berlusconismo e ha smarrito il bene comune. E mentre il mondo correva, è rimasta ferma in discussioni sterili interne”. Per questo il premier rivendica quello che ha fatto fino ad oggi il governo. A partire dagli ottanta euro, un provvedimento “che resterà per sempre”. Poi la riforma del Senato e la legge elettorale temi che, si lamenta, sono stati accompagnati da “discussioni incredibili”. “Dicono che se non c’è l’elezione diretta dei senatori è a rischio la democrazia – ha proseguito – Ma non è che se voti tante volte c’è più democrazia, quello è il Telegatto”.
Fra quelli che vogliono bloccare l’Italia per Renzi c’è anche il leader della Lega Matteo Salvini, “evocato” ma non citato direttamente: “L’estate è il periodo per vedere chi la spara più alta. Ho letto di un autorevole personaggio politico che propone di bloccare l’Italia a novembre. Sono 20 anni che bloccano l’Italia: oggi la scommessa è proprio quella opposta, di rimettere in moto il cambiamento possibile”. Così Renzi sottolinea di avere davanti due anni e mezzo senza elezioni, trenta mesi per completare il lavoro sulle riforme e far ripartire il Paese. E dal palco racconta anche di non aver paura di perdere qualche voto pur di raggiungere i suoi obiettivi. Come quello dell’accoglienza dei profughi: “Non cederemo mai al messaggio che vuol far diventare l’Italia la terra della paura, possiamo anche perdere 3 voti ma non cederemo al provincialismo della paura. Non è buonismo, ma umanità: secoli di umanità ai quali non rinuncio per 3 voti. Prima salviamo le vite”. E per raccontare come cambierà l’Italia con il suo governo ha annunciato un tour in cento teatri sparsi per la Penisola. E chissà se lì parlerà anche della legge sulle unioni gay, tema “caldissimo” di questi giorni ma che ieri non ha neppure sfiorato.