“Via le tasse sulla prima casa. Decidiamo noi, non Bruxelles”

“Via le tasse sulla prima casa. Decidiamo noi, non Bruxelles”
2 settembre 2015

Il premier Matteo Renzi tira dritto col suo programma di stampo “berlusconiano” che prevede di far ripartire l’Italia spazzando via Imu e Tasi con un decreto e risponde alle fonti di Bruxelles che ieri, in maniera anomima, avevano fatto sapere che piuttosto che tagliare le tasse sulla casa, andrebbero tagliate quelle che gravano sul lavoro. Renzi non vuole saperne e replica: “Il 16 dicembre ci sarà ultima rata del 2015 per Imu e Tasi. Segnatevela: sarà il funerale delle tasse sulla casa. Ultimo giorno. La Ue che si gira dall’altra parte sui migranti pensa di venirci a spiegare le tasse. C’è qualcuno a Bruxelles che pensa di mettersi a fare l’elenco delle tasse da tagliare, spero sia stato il caldo. Le tasse da tagliare le decidiamo noi, non Bruxelles”.

LA REPLICA UE Non si fa attende la replica dell’Europa alle dichiarazioni del premier.  Sebbene la Commissione europea non intende commentare le dichiarazioni del premier Matteo Renzi sulla linea da tenere sull’alleggerimento della pressione fiscale, si dice però in attesa di maggiori informazioni da parte del governo italiano: “Siamo consapevoli degli annunci del governo sulla tassazione -ha spiegato la portavoce per gli Affari economici della Commissione Ue- ma non abbiamo altre informazioni. Quando avremo maggiori informazioni, con il progetto della legge di bilancio, faremo una valutazione e sarà basata sui fatti e sulle nostre previsioni economiche”.

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ITALICUM Nessun cambio in vista nemmeno per l’Italicum. Il premier, infatti, non ha alcuna intenzione di aprire una trattativa con Forza Italia che preveda modifiche alla legge elettorale in cambio di un sostegno sulle riforme costituzionali. “No – assicura -, hanno l’idea della politica come un Monopoli, è insopportabile quest’idea. La legge elettorale l’abbiamo fatta con FI, l’hanno votata anche loro”.

IMMIGRAZIONE  Sul tema degli immigrati, invece, l’obiettivo è l’Ue: “L’Europa si gioca la faccia. È fondamentale che si dia una bella svegliata e faccia la sua parte”.

UNIONI CIVILI Renzi tira dritto anche sulle unioni civili: “Bisogna fare velocemente, entro settembre le riforme, poi chiudere entro le prime settimane di ottobre. È un patto di civiltà e non rinunciamo”.

LE RIFORME “Lo abbiamo sempre detto, se fai le riforme, se cambi le cose che devono essere cambiate i risultati arrivano”, ha spiegato il premier tornando sui dati pubblicati ieri dall’Istat su Pil e disoccupazione. “Noi – aggiunge – oggi parliamo spesso della Germania, un grande paese che sta facendo dei risultati strepitosi, la riforma del lavoro, il loro Jobs Act, loro lo hanno fatto in tre anni tra il 2003 e il 2005, è chiaro che i risultati li stanno ricevendo in questi dieci anni con un’economia che tira, con un mercato che funziona. Se lo avessimo fatto anche noi dieci anni fa? Ma questo appartiene ai rimpianti, ma pian piano i risultati arrivano”. “Credo – sottolinea – che il dato interessante sia non tanto il numero, certo, ci sono 235.000 italiani in più a lavoro rispetto al luglio 2014, certo sono tanti numeri, però sono dei volti, delle storie, è il cinquantenne che riesce a ritrovare un posto di lavoro, è il ragazzo che finalmente firma un contratto che gli permetta di avere un mutuo, perché poi il dato interessante è che negli ultimi sei mesi c’e’ stato il +82% di mutui per le famiglie e il +16% di finanziamento alle imprese. Sono quei piccoli segnali che dicono che finalmente l’Italia è ripartita, ovviamente c’è un sacco di lavoro da fare, guai a chi si ferma adesso, correre, correre, correre”.

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POLEMICHE SUI SINDACATI Le pole miche sui sindacati Quindi una risposta alle critiche delle parti sociali: “Prendiamo le critiche dei sindacati, di Confindustria, di tutti, come uno strumento per fare meglio. Anche perché, parliamoci chiaramente, agli italiani delle polemiche tra il politico e il sindacalista, non frega niente di niente. Se dovessi guardare le reazioni, siamo un governo che non guarda in faccia a nessuno. Ci criticano tutti, e va bene così, del resto noi non siamo un governo di sindacalisti o di “confindustrialisti”, siamo un governo di persone normali, semplici, che stanno cercando di fare di tutto perché l’Italia si rimetta in moto”.

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