Anno Santo, amnistia per i detenuti

Anno Santo, amnistia per i detenuti
3 settembre 2015

di Daniele Di Mario

L’”amnistia” a favore dei detenuti in occasione dell’Anno Santo della Misericordia evocata da Papa Francesco riporta sull’agenda istituzionale la politica carceraria e i collegati provvedimenti di clemenza. Certo, il Santo Padre nella lettera inviata a monsignor Rino fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per l’Evangelizzazione in vista dell’Anno Santo, non intende, parlando di “amnistia”, rivolgere un appello alle autorità civili, ma le sue parole non cadono nel vuoto. “Il Giubileo – scrive Sua Santità – ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvogere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza della ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società, portando il loro contributo onesto”. Padre Federico Lombardi, portavoce del Vaticano, chiarisce subito che “il Papa si rivolge alla Chiesa: non mi pare che esprima un appello”. Anche perché “è nella tradizione giubilare l’amnistia per i carcerati, ma non è che il Papa stia facendo un appello per una amnistia di carattere giuridico – spiega padre Lombardi – Se volesse, il Papa potrebbe farlo. Ma non mi pare che sia questo il senso di questa lettera: non è una richiesta alle autorità civili”.

Non sfuggono del resto alcune differenze con Giovanni Paolo II. Wojtyla in occasione dell’Anno Santo del Millennio formalizzò un appello specifico alle autorità degli Stati. Nel 2000 Giovanni Paolo II chiese esplicitamente “un gesto di clemenza”, mentre Bergoglio usa parole non equivocabili parlando di “grande amnistia”. Nella tradizione dei Giubilei, che inizia nell’antico Israele, ogni sette settennati era prescritta la liberazione dei prigionieri, la cancellazione dei debiti e la restituzione delle terre agli antichi proprietari. Bonifacio VIII proclamò il primo Giubileo cristiano concedendo l’indulgenza come un bene puramente spirituale e bisognerà aspettare proprio Giovanni Paolo II e il suo Grande Giubileo del 2000 per vedere in qualche modo riproposta l’antica legge giudaica, con le richieste avanzate dal Papa polacco ai legislatori di tutto il mondo della cancellazione del debito estero dei paesi poveri e di un gesto di clemenza verso i detenuti.

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La lettera indirizzata a Fisichella compie un ulteriore salto di qualità anche rispetto alla Bolla d’indizione del Giubileo che lo scorso 11 aprile invocava: “La parola del perdono possa giungere a tutti e la chiamata a sperimentare la Misericordia non lasci nessuno indifferente”. “Questo – affermava la Bolla – è il momento di cambiare vita di lasciarsi toccare il cuore. Davanti al male commesso, anche a crimini gravi è il momento di ascoltare il pianto delle persone innocenti depredate dei beni della dignità, degli affetti, della stessa vita”. Gesù “pur combattendo il peccato non ha mai rifiutato nessun peccatore – ricordava inoltre Bergoglio nella Bolla – Penso agli uomini e alle donne che appartengono a un gruppo criminale. Per il vostro bene vi chiedo di cambiare vita. Lo stesso invito giunga anche alle persone fautrici o complici di corruzione. Dio va oltre la giustizia con il perdono. La giustizia da sola non basta. Chi sbaglia dovrà scontare la pena. Solo che questo non è il fine ma l’inizio della conversione”.

Il mondo della politica torna così a parlare di provvedimenti di clemenza. Marco Pannella, storico leader dei Radicali, esulta: “Evviva Papa Francesco”. Il segretario della Lega Matteo Salvini però polemizza su Twitter: “Papa chiede amnistia per detenuti: “Il mio pensiero va ai carcerati”. Umilmente, non sono d’accordo. Penso alle vittime dei loro reati”. Il senatore Pd Andrea Marcucci replica dicendo: “A Salvini serve riposo”. Il responsabile Giustizia del Pd David Ermini dice di condividere “dal punto di vista cristiano” le parole di Francesco e spiega che le misure del governo sono in linea con l’appello del Papa “agevolando quei detenuti che si pentono e si vogliono reinserire con misure come la messa alla prova”. Ma Walter Verini pur apprezzando “lo spirito” di Bergoglio chiude a qualsiasi ipotesi di amnistia. Per Fabrizio Cicchitto (Ncd) l’appello del Papa deve far riflettere sia i laici che i cattolici, riflessione che “va accolta positivamente”. Di “amnistia indispensabile” parla il cattolico Mario Marazziti. Anche Gianfranco Librandi (Scelta Civica) chiede di sostenere l’appello di Francesco.

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