Berlusconi convocato in Tribunale

Berlusconi convocato in Tribunale
7 settembre 2015

Anche Silvio Berlusconi potrebbe partecipare all’udienza già in programma al Tribunale di Milano il 17 settembre davanti al gip Stefania Donadeo e dedicata all’utilizzo di alcune intercettazioni telefoniche nel caso ribattezzato Ruby-ter. L’ex premier è stato convocato dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, titolari del terzo filone di inchiesta sul caso della giovane marocchina già chiuso il 30 giugno scorso e ora pronti a chiedere il rinvio a giudizio per una trentina di persone. Ma, stando a quanto si apprende in ambienti giudiziari milanesi, la sua presenza in aula non è obbligatoria e dunque spetta al leader di Forza Italia decidere se è il caso di presentarsi in Tribunale. Il giudice Donadeo, in particolare, dovrà stabilire se accogliere l’istanza della Procura di presentare al Parlamento richiesta di autorizzazione sull’utilizzo di alcune telefonate intercettate nel 2012 nell’ambito di un’inchiesta che non ha nulla a che vedere con il caso Ruby ter. Conversazioni in cui Iris Berardi e Barbara Guerra (due delle cosiddette “olgettine” che, secondo l’accusa, sarebbero state corrotte da Berlusconi per testimoniare il falso nei processi dedicati alla vicenda della giovane marocchina) avrebbero chiesto all’allora senatore di Forza Italia soldi in cambio del loro silenzio. Di qui l’obbligo di chiedere al Parlamento l’autorizzazione sull’utilizzo di alcune intercettazioni che coinvolgono Berlusconi quando era ancora membro del Senato.

Il caso riguarda soprattutto Iris Berardi e Barbara Guerra, le “olgettine” che a gennaio 2012 si erano costituite parti civili nel processo chiamato “Ruby bis” a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti nella speranza di incassare un risarcimento in caso di condanna degli imputati. Poi, nei mesi successivi, il dietrofront: a giugno fu Guerra a ritirare la propria costituzione, mossa che Berardi avrebbe fatto mese dopo. Un atto che, secondo gli inquirenti milanesi, sarebbe la conseguenza di una corruzione. Questo, almeno, è quello che secondo i magistrati emergerebbe da alcune intercettazioni effettuate su utenze dirette dell’allora senatore Berlusconi nei primi mesi del 2012. In una di queste, Barbara Guerra afferma tra l’altro all’allora senatore di di “aver parlato con Ivo”. Per i pm, si tratta di Ivo Redaelli, immobiliarista proprietario della villa da un milione di euro progettata dall’archistar Carlo Botta a Bernareggio, centro della bassa Brianza, poi messa a disposizione della stessa showgirl. In un’altra telefonata, annotano gli investigatori nell’avviso di chiusura indagini, Berlusconi “ricontatta Cristina Battaglia (pseudonimo scelto dagli inquirenti per tutelare la riservatezza di Barbara Guerra durante le indagini – ndr) per convincerla, almeno così emergerebbe dal tono della telefonata, a ritirare la sua costituzione di parte civile”.

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