Emergenza sicurezza nel Canale di Sicilia. A lanciarlo sono i capitani dei circa 120 motopescherecci della prima flotta da pesca d’Italia, quella di Mazara del Vallo. Ai problemi legati alla grave crisi che investe il comparto: caro gasolio, alti costi di gestione, concorrenza sempre più agguerrita dei Paesi rivieraschi che non devono fare i conti con le regole severe imposte alla marineria siciliana dall’Unione Europea, arriva un ulteriore allarme dal comparto. Gli operatori del settore, in primis i capitani dei natanti, chiedono di pescare in sicurezza, cosa che al momento non è garantita. La drammatica vicenda dei viaggi della speranza di migliaia di immigrati che attraverso il Canale di Sicilia tentano di raggiungere l’Europa, è un problema che ha visto i pescatori di Mazara del Vallo e di tutte le flotte siciliane in prima linea per la salvezza delle vite umane. La flotta mazarese ha sempre dimostrato grande spirito solidaristico nei confronti degli immigrati che sfuggono da fame, guerre e disperazione, ma chiedono alle istituzioni di affrontare il problema della sicurezza in navigazione, in quanto i barconi utilizzati dagli scafisti spesso vanno alla deriva. Incalcolabili i danni subiti dai pescatori. Sul fronte crisi, invece, è unanime la convinzione negli ambienti marinari che per invertire il trend occorre puntare su una nuova politica del fermo biologico, in sinergia con i Paesi rivieraschi, nella quale prevedere un periodo massimo di pesca annuale di 210 giorni ed interdire per alcuni periodi determinati banchi di pesca, in modo da garantire il ripopolamento ittico. Ma serve anche mirare sull’innovazione tecnologica per ridurre i costi di gestione.