Ance: In Italia persi 740mila posti, in Sicilia 80mila

9 aprile 2014

Dati impressionati sulla crisi dell’edilizia: sono quelli emersi oggi a Palermo dall’adunanza delle imprese associate ad Ance Sicilia, guidata dal presidente nazionale dell’associazione, Paolo Buzzetti, e da quello regionale, Salvo Ferlito: negli ultimi due anni l’edilizia in Italia ha perso circa 740 mila addetti, in Sicilia 80 mila diretti oltre l’indotto (pari ad oltre il 10% del dato nazionale) e 500 aziende sono fallite. “In proporzione la situazione siciliana e’ ancora piu’ grave rispetto ai guai dell’intero settore nazionale delle costruzioni”, ha detto Buzzetti

La soluzione e’ chiara: la priorita’ deve essere la ripresa dell’edilizia, perche’ si tratta di investimenti che producono lavoro ed occupazione e servono contestualmente a rimettere a posto il Paese. Diciamo al governo Renzi che deve ripartire il mercato interno perche’ l’export da solo non ce la fa a spingere la ripresa italiana – ha aggiunto Paolo Buzzetti – . Il mercato interno dipende in massima parte dall’edilizia e dalle opere pubbliche. Bene ha fatto il premier Renzi – ha osservato – a porre come priorita’ i pagamenti alle imprese (a quelle edili mancano ancora 10 miliardi sul pregresso e circa 7 miliardi sul corrente), nonche’ gli interventi sulle scuole e quelli per il dissesto idrogeologico. Ma per dare una risposta completa al problema – secondo il presidente nazionale dell’Ance – occorre un Piano nazionale per la manutenzione del Paese cui deve essere legato un meccanismo che assicuri trasparenza nelle gare d’appalto e che consenta ai sindaci di spendere”.

In merito alla definizione del nuovo governo regionale, il presidente nazionale dell’Ance ha rivolto un accorato appello al presidente Rosario Crocetta: “Sia l’occasione per imprimere finalmente un’accelerazione all’utilizzo delle risorse disponibili per nuove infrastrutture. Ho trovato in Sicilia una situazione estremamente disperata, imprese allo stremo e che non ce la fanno piu’ ad andare avanti con pubbliche amministrazioni che non appaltano e con una burocrazia che blocca l’avanzamento dei cantieri e i pagamenti. Credo – ha concluso Buzzetti – che per il presidente Crocetta questa sia l’ultima possibilita’ di dimostrare la propria capacita’ di incidere su un sistema vecchio e di dare risposte concrete e immediate all’economia. Le imprese non possono attendere oltre”.

Da parte sua, il presidente di Ance Sicilia, Salvo Ferlito, ha avuto mandato dall’assemblea di sollecitare, assieme a Confindustria Sicilia, il nuovo governo regionale “perche’ sblocchi subito i 5,2 miliardi di euro gia’ finanziati per 118 opere grandi, medie e piccole che restano da anni in stand-by – ha denunciato Ferlito – e i 600 milioni del Contratto interistituzionale di sviluppo con l’Anas. Si e’ perso un anno inutilmente e frattanto le imprese chiudono e i lavoratori o sono licenziati o stanno in cassa integrazione. Basta bruciare risorse in ammortizzatori sociali che non servono all’economia. Si aprano i cantieri e si dia lavoro vero per accelerare la ripresa del mercato immobiliare e dei consumi”.

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