La vita sedentaria accorcia la vita: stare seduti per più di 3 ore al giorno ci priva di due anni, anche se pratichiamo sport. Lo ha rilevato uno studio del Pennington Biomedical Research Center, pubblicato sul BMJ Open. E se le buone abitudini si prendono nell’infanzia, in Italia andiamo molto male. Uno studio Ipsos per Save the Children ha stabilito qualche giorno fa che il 60% dei bambini e ragazzi sotto i 17 anni passa il proprio tempo libero in luoghi chiusi ed è in aumento la scelta di non praticare attività sportive, che coinvolge il 38% del totale. Lo studio americano aggiunge che guardare la TV per più di 2 ore al giorno taglia l’aspettativa di vita di un ulteriore 1,4 anni. Insomma, non sarebbe più sufficiente – come raccomandato dall’ Istituto superiore di Sanità e anche dal governo americano – farsi mezz’ora di attività moderata al giorno (raccomandazione valida per gli adulti). Evitare l’ascensore, andare al lavoro in bicicletta, sistemare casa, portare il cane a passeggio o dedicarsi al giardinaggio sarebbero quindi scelte determinanti nel migliorare la nostra salute e allungarci la vita sensibilmente.
L’indagine è durata 5 anni e ha coinvolto 167mila persone. La metà di queste passavano gran parte della giornata seduti – tra auto, ufficio e tv – e, sebbene le considerazioni siano state tratte dai loro ricordi sugli anni precedenti, e quindi possano contenere imprecisioni – i ricercatori hanno sottolineato l’importanza di questo dato, allarmante viste le abitudini medie della popolazione, che tendono a peggiorare di anno in anno. Il dato che riguarda bambini e adolescenti italiani – il 38% non fa sport – è aumentato di addirittura il 12% in un solo anno. Nel nostro Paese però, l’aumento della sedentarietà tra i minori non è sempre legato al disinteresse loro o delle famiglie. L’indagine Ipsos ha messo in luce che a incidere sulla scelta di non praticare sport ci sono anche fattori quali il costo elevato (21%), l’assenza di strutture adeguate (16%), l’impossibilità dei genitori di accompagnarli (20%). La scuola non aiuta: non ci sono spazi idonei nelle scuole frequentate dal 6% dei ragazzi (+2% rispetto allo scorso anno), che diventa 12% per i giovani di Napoli. Si sa che i danni da sedentarietà sono strettamente collegati ai danni da aumento di peso. Se è vero che il peso di ognuno di noi dipende anche dalla genetica, un’altra interessante ricerca ha però stabilito che l’attività fisica modifica in positivo i “geni del grasso”. I dati mostrati all’ultimo meeting della American Heart Association di San Diego affermano che un’ora di camminata al giorno può ridurre la nostra “naturale” tendenza a ingrassare del 50%. Allo stesso tempo, stare seduti davanti alla TV addirittura triplica gli effetti “ingrassanti” degli stessi geni.