L’Opera di Santa Croce di Firenze e il National Palace Museum di Taipei portano per la prima volta in Italia l’arte di Giuseppe Castiglione (Milano 1688 – Pechino 1766) grazie a una esposizione dal titolo “Nella lingua dell’altro. Lang Shining New Media Art Exhibition. Giuseppe Castiglione, gesuita e pittore in Cina”. La mostra, allestita nelle Sale del Memoriale di Santa Croce a Firenze si svolge fino al 31 gennaio 2016 e intende celebrare il 300esimo anniversario dell’arrivo del missionario gesuita in Cina, dove visse per più di 50 anni e dove divenne un artista assai apprezzato presso la corte di ben tre imperatori del Celeste Impero. Trenta tra le più importanti opere del gesuita pittore sono esposte in replica lungo un percorso dove i linguaggi contemporanei diventano co-protagonisti, offrendo una lettura attuale delle grandi pitture realizzate da Castiglione durante il suo lungo soggiorno in Cina. In un itinerario artistico multimediale ricco di suggestioni, fiori e animali, soggetti centrali nei dipinti del gesuita, assumono nuova vita e si animano grazie a particolari proiezioni. Tecnologia e arte si fondono per stimolare e coinvolgere il visitatore, dandogli la possibilità di immergersi nel mondo di Castiglione.
L’innovativo percorso espositivo è stato concepito per tutta la famiglia e offre l’occasione di conoscere da vicino la storia di un missionario italiano che ha contribuito a introdurre nella pittura cinese elementi europei come la prospettiva lineare, ma anche come precursore dei rapporti culturali tra l’Italia e il mondo cinese. Non a caso, come sede della mostra è stato scelto il complesso museale di Santa Croce, da sempre crocevia politico e culturale della storia italiana e punto di riferimento per intellettuali di tutto il mondo. Una mostra che, oltre a un’avventura artistica di altissimo livello, racconta un’appassionante storia di incontro tra culture ”altre” e un modello di dialogo e di apertura nient’affatto superato. “Nel segno di quel carisma dei figli di sant’Ignazio di Loyola che stiamo ammirando in tutta la sua ricchezza e fecondità nel pontificato di Francesco, primo papa gesuita della storia”, ha detto il curatore Francesco Vossilla.